Così il capogruppo del Pd in Provincia a Chieti, Camillo D’Amico sul problema dei cinghiali sul territorio provinciale.
“Noi – prosegue D’Amico – avevamo palesato una disponibilità legata ad opportuni correttivi sostanziali non previsti nel partito di delibera approdato in commissione consiliare; mancavano però tutti gli allegati di cui nella stessa si faceva menzione come: il parere dell’ISPRA, i risultati dei censimenti, l’accordo con la Asl per il necessario controllo sanitario dei capi abbattuti, la convenzione con gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), etc. Non è restato loro altro da fare che ritirare la delibera posta in approvazione. Il Pd ed il centrosinistra hanno sì criticato nel merito sia il contenuto della delibera proposta che il totale immobilismo avuto per tre anni dall’intera amministrazione, soggiogata dallo strapotere del consigliere delegato Giovanni Staniscia, ma abbiamo sollecitato la maggioranza alla pronta ripresa discussione di un regolamento che pianifichi la gestione del territorio allo scopo di contenere, nel numero e nei danni, questa specie di selvatico assolutamente nocivo per l’ambiente e le coltivazioni agricole. Abbiamo altresì chiesto al presidente Di Giuseppantonio – conclude il capogruppo del Pd – le dimissioni dall’incarico del consigliere delegato per palese e manifesta incapacità. Medesima richiesta, tempo orsono, per le stesse nostre ragioni è stata avanzata da alcune associazioni venatorie”.