Rocca San Giovanni. “Siamo alle solite. Secondo l’antico detto latino “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”. Mai parole furono più adeguate, sebbene in senso lato, ai comportamenti alquanto bislacchi di una certa parte politica, rappresentata dal gruppo di minoranza, nel Comune di Rocca San Giovanni”.
Così in una nota il sindaco di Rocca San Giovanni Giovanni Enzo Di Rito, che aggiunge: “Siamo alle solite perché la “minoranza” è in ritirata in quanto perdura nel “diabolico”, quanto “scontato” gioco delle dimissioni. Infatti, dopo una brillante carriera da aspirante sindaco non eletto, caratterizzata da una consistente sequela di assenze in Consiglio comunale, piena di belle intenzioni “elettoralistiche” e vuota di contenuti concreti, il candidato aspirante sindaco della minoranza, VERI’ RINALDO, si dimette. Fin qui nulla da eccepire. Il dubbio sorge scorrendo la lista degli eventuali successori. Più che il dubbio lo scoraggiamento. Dovrebbe subentrare un ex esponente di spicco del locale gruppo PD, addirittura ex segretario politico. Mossa strategica per elevare la “caratura” politica? Si usa così al giorno d’oggi per acquistare credibilità politica? In altri tempi certi “pesi” si guadagnavano sul campo. E per merito, lunga manovalanza, lunga gavetta, lungo apprendistato. Abbiamo volutamente usato il condizionale. Visti i pregressi, sorgerebbe un ulteriore dubbio. E qui si potrebbe citare Cartesio, che aveva fatto del dubbio il suo “metodo” speculativo. Vuoi vedere che siamo alle solite “tattiche” della vecchia nomenklatura paesana? Se non entri dalla porta lo puoi fare dalla finestra. Oppure, scala scala ti rientro per “ordine” dinastico. Dall’erede vero e proprio, agli aspiranti in linea collaterale, se il legittimo titolare decade. Ma ciò che strappa un sorriso è il curriculum politico dei probabili “subentranti”. Che si sono prodigati a spron battuto, durante la campagna elettorale, nello sbandierare la volontà di “fare largo ai giovani”, urlando addirittura di non voler essere votati, ma che erano in lista solo per “spirito di gruppo”. Di voler dare spazio alle nuove generazioni, alla freschezza di una ventata d’aria nuova. Il problema è che l’aria è più “fritta” che nuova. Gira e rigira, l’opposizione di questo paese ruota perennemente attorno alle stesse facce. Che appartengono alle stesse persone. Che, fedeli alla loro “impostazione” ideologica giovanile, tutto sono disposti a fare fuorchè dare quartiere ad altri.
“Ultima notazione – conclude Di Rito – non per importanza, la reiterata e pervicace “resurrezione” di un personaggio che proprio non ce la fa ad ammettere con se stesso di essere stato “bocciato” tante volte quante si è presentato in lista. Infatti, CARAVAGGIO EMILIO PIO, parla pontificando, non si sa a quale titolo, a nome e per conto del gruppo di minoranza, dopo aver rassegnato le sue dimissioni dal gruppo medesimo. Una compagine che più che fare opposizione agisce secondo la logica della critica “a prescindere”, spesso cadendo in errori dovuti alla scarsa conoscenza delle cose e al rancore personale verso chi ha il compito di amministrare. Staremo alla finestra. Ad osservare la strategia dello spostamento delle pedine. Che su una scacchiera sono molte, molte di più dei protagonisti di questa storia infinita”.