Francavilla al Mare. La Provincia di Chieti, con un parere inviato alla conferenza dei servizi, sottolinea l’illegittimità della delibera riguardante i cambi di destinazione d’uso degli alberghi di Francavilla al Mare, rispetto alla sua compatibilità con i contenuti e gli indirizzi del vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).
“Alla fine dopo essere stato espulso dal Pd, dalla maggioranza ed essere stato attaccato in tutte le salse da chi non svolge adeguatamente il proprio lavoro di amministratore – commenta il consigliere comunale di Francavilla, Stefano Di Renzo – arriva il parere della Provincia di Chieti sulla famosa delibera e da ragione, indirettamente, al sottoscritto. Nella nota della Provincia, inviata al Comune di Francavilla per raccomandata ed anticipata a mezzo fax, di cui stranamente il Comune non ha traccia, avendo fatto il sottoscritto un vano accesso agli atti e di cu si è venuti in possesso grazie all’intervento del collega di opposizione il consigliere provinciale Moroni, emergono i seguenti assunti: ‘La delibera non tiene conto delle procedure previste dalla legge tese a rispettare gli obbiettivi generali di sostenibilità ambientale necessari per garantire una attenta programmazione del territorio’. Non vengono rispettati i piani particolareggiati già recepiti all’interno del PRG, scrive, infatti la Provincia: ‘La proposta di variante normativa sembra intervenire in assenza di una propedeutica valutazione delle minime condizioni necessarie per la sostenibilità di un procedimento di variante urbanisitica. Tale condizioni sarebbero dovute derivare almeno dalla valutazione degli effetti territoriali prodotti dal PRG fino ad oggi, dalla qualificazione degli obbiettivi generali di sostenibilità, e soprattutto in presenza di un necessario documento di programmazione territoriale per identificare uno scenario di sviluppo capace di tener conto delle criticità e problematiche del territorio comunale di vasta area’. Non riconosce il valore pubblico che Luciani attribuisce alle entrate economiche che deriverebbero dal cambio oneroso di destinazione in quanto così facendo verrebbero lesi le più concrete ed effettive motivazioni di pianificazione territoriale legate al pubblico interesse, si legge nel documento: ‘gli elaborati trasmessi non appaiono consentire una compiuta comprensione delle effettive motivazioni territoriali, urbanistiche, ambientali relazionate al pubblico interesse, in luogo di esigenze di carattere economico desumibili dal cd. “valore pubblico’. La Provincia sottolinea la mancanza dell’avvio della procedura di microzonazione sismica prevista dalla L.R. 28/2011, più volte sostenuta dal sottoscritto e spesso deriso dalla maggioranza per questa presa di posizione, che prevede all’art 5 l’obbligo per i Comuni di predisporre apposita carta delle microaree a comportamento sismico omogeneo. La provincia afferma che ‘..per il caso di specie si applica quanto disposto agli artt. 5 e 19 (ultimo comma) della LR 28/11’. Inoltre viene contestato il p. 4° della delibera dove si va a ‘modificare le previsioni dei Piani Attuativi Vigenti, precisando che il PRG non può che recepire integralmente le previsioni attuative dei paini particolareggiati vigenti (Paini di recupero, Pru, Pp, Pdl, ecc). Si invita pertanto il Comune a modificare tale indicazione che comporta variante agli strumenti urbanistici attuativi’. Analogo rilievo pone la Provincia ‘in relazione alla generica previsione di cui al comma 6° del nuovo art. 14, laddove si prevede il cambio di destinazione d’uso ‘in tutte le zone del territorio comunale’. Tale indicazione va contestualizzata in funzione delle suscettività economico produttive e di relazione esistente in riferimento all’ambito considerato e va riferita alle norme e paini in materia (DM 1444/68, DL 70/11, LR 18/83 e PTCP). ‘Non si condivide la possibilità generalizzata anche ad un singolo edificio dell’art. 30 bis della LR 18/83…in ragione delle sopra citate carenze analitiche e programmatiche..’. Ancora, ‘non può in ogni caso ridursi o non prevedersi una quantità di standard nei minimi di cui al DM 1444/68’. In sostanza, ogni qualvolta si edificano nuovi appartamenti o si trasformano strutture diverse in residenze, andrebbero previsti, come dettato dalla legge, servizi per migliorare la qualità della vita dei cittadini in termini ambientali, di opere, verde, parcheggi, fognature ecc., tutto commisurato al numero di abitanti della città ed alla grandezza del territorio. La Provincia afferma infine che ‘sorprende come la variante urbanistica di cui trattasi si relazioni a tutte le zone residenziali, tralasciando poi la verifica di compatibilità al Paino territoriale di coordinamento provinciale, il quale promuove l’uso razionale delle risorse territoriali, con particolare attenzione al concetto di sostenibilità ambientale nell’obbiettivo di una politica di miglioramento della qualità della vita’. La Provincia conclude affermando che ‘tutto quanto rilevato si impone necessariamente una rivisitazione della proposta di variante al fine di ricondurla ad ogni condizione di compatibilità painificatoria di cui al vigente PTCP e di coerenza alle prescrizioni giuridico precedimentali e di contenuto espresse nelle vigenti normative in materia’. Dopo questa sonora bocciatura di un documento che il sindaco Luciani pone alla base della sua politica di cambiamento della città, credo che si possa capire chiaramente chi abbia ragione e chi torto, chi per la città legge le carte e studia con attenzione i documenti in un ottica di programmazione politica di sostenibilità e chi invece va avanti a spot che altro non fanno che nascondere le incapacità di amministrare. Mi aspetto che i vertici regionali del Pd che tanto avevano appoggiato questa delibera e che tanto mi avevano contestato arrivando (anche sulla scorta delle delibera ADROM) ad espellermi dal partito ora prendano provvedimenti verso i loro referenti locali, il segretario del Pd e l’assessore all’Urbanistica che non hanno saputo gestire la questione ne politicamente ne tecnicamente arrivando, su tematiche di importanza assoluta per la città, ed in maniera vergognosa, a frantumare il partito e la maggioranza uscita dalle urne. Sarebbe bastato prestare attenzione alle osservazioni proposte dal sottoscritto ed approfondirle insieme e si sarebbe evitata questa pessima figura, i consiglieri non si sarebbero dovuti limitare a votare delibere di cui ignorano il contenuto per non aver avuto capacità e coraggio di approfondirle. Auspico il ritiro delle delibera – conclude Di Renzo – anche perché non tutte le osservazioni fatte dalla Provincia potranno essere sanate, come il problema della mancata previsione degli standard e l’inconsistenza del valore pubblico, procedere sulla strada della illegittimità sarebbe da irresponsabili”.
Pronta la risposta della maggioranza con il segretario cittadino del Partito Democratico, Edoardo Viani, e del vicesindaco nonchè assessore all’Urbanistica di Francavilla, Antonio De Marco.
“Che Di Renzo, persona senza partito, non perda occasione per darsi importanza, è ormai evidente – ha rimarcato Viani – ma che poi faccia appello ai dirigenti del Pd, lui che è all’opposizione insieme a quello che resta del Pdl, la dice lunga sulla sua discrasia politica. Il Partito Democratico ha messo a disposizione generosità, competenze e passione e riconosce ai dirigenti locali meriti sull’azione complessiva dell’amministrazione. I cambi di destinazione, che lui non votò, poiché disertò il Consiglio adducendo scuse tutt’altro che politiche, come vuole far credere, sono una esigenza che si è determinata per il disastro economico lasciato dal centrodestra; nei fatti lui non ha mai proposto alcunché e non si è assunto la minima responsabilità. Per quanto riguarda la delibera del 5 luglio che lui richiama, la stessa rappresenta una verifica della situazione del mercato immobiliare, ma che nulla toglie all’idea originaria che chi ha tentato di portare avanti una azione speculativa deve farsi carico anche di oneri che non devono ricadere sui cittadini”.
“Poco interessanti le dichiarazioni di Stefano Di Renzo, in quanto il parere espresso dalla sezione Urbanistica provinciale – aggiunge De Marco – rappresenta più un parere politico che un parere tecnico, peraltro non vincolante come, forse, sfugge al consigliere Di Renzo. Con tale parere, il Suap rileva un contrasto con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Contrasto che, peraltro, non viene chiarito con riferimento proprio alla normativa del Piano provinciale. La ripartizione Urbanistica ben saprà chiarire, con dati di fatto oggettivi e con l’indicazione puntuale di norme, il parere espresso. L’operato dell’amministrazione comunale e della competente ripartizione Urbanistica è già stato vagliato in più di un ricorso al TAR su questo argomento ed il Tribunale ha sempre dato ragione al Comune, come dimentica il consigliere Di Renzo. Gli organi competenti hanno certificato la legittimità del nostro operato che va senza alcun dubbio a favore dell’arricchimento della collettività e non del singolo. Ma questo a Di Renzo non interessa perché a tutt’oggi non abbiamo ascoltato una sola risoluzione anche del più piccolo problema di Francavilla al Mare. Peraltro voglio rassicurare il consigliere Di Renzo ricordando allo stesso come Francavilla si sia dotata della micro zonizzazione sismica che è stata inviata agli Enti competenti per l’approvazione”.