“La manovra della Spending Review presentata oggi” commenta Sospiri “ha ribadito il taglio del numero delle Province, ma non ha detto che in Abruzzo sopravvivrà quella di Chieti con l’eliminazione di quella di Pescara”.
In realtà, non è esattamente così, purtroppo. “Nomi e cognomi” ci sono, eccome!
Un “equivoco di fondo”, lo definisce Sospiri, che si sente quasi rincuorato: “Dopo la prima lettura della manovra, che comunque condividiamo nei propositi e nelle finalità, riteniamo ancora più fattibile e utile la costituzione della grande Provincia Pescara-Teramo-Chieti, che ci consentirebbe di razionalizzare la distribuzione territoriale evitando che alcune città del teramano abbandonino l’Abruzzo per chiedere ‘asilo’ alle Marche, non avendo senso un accorpamento con L’Aquila. Ma soprattutto, prima di leggere ipotesi azzardate, è evidente che, seppur dovesse esserci un accorpamento solo tra Chieti e Pescara, la scelta del capoluogo di Provincia avverrà, anche in questo caso, tenendo conto di criteri oggettivi e indiscutibili, come la rilevanza della città nel panorama nazionale, il numero della popolazione residente, e ovviamente l’accessibilità del territorio in oggetto in termini di collegamenti viari, pensando ad autostrade, linee ferroviarie e aeroporto. Tre requisiti che Pescara possiede senza ombra di dubbio. In altre parole, fatti i criteri, ora dovranno essere fatte le scelte che prevedono ancora dei passaggi politico-amministrativi che lasciano il dibattito assolutamente aperto”. Vedremo se ci sarà ancora spazio per le manovre. E se qualcosa cambierà nello scenario geo-politico dello Stivale.