“Teramo si candida a città della cultura per il 2020 ma, evidentemente, nel concetto di cultura del Sindaco Brucchi e della sua Giunta non rientrano gli scavi archeologici e la storia della città che essi testimoniano”. A dirlo è il consigliere comunale arancione Gianluca Pomante.
“Ad abundantiam, le condizioni del Teatro Romano, ancora sepolto sotto Palazzo Adamoli e Palazzo Salvoni – conclude – è ormai al limite della sopportazione. I progetti che avrebbero dovuto garantire l’utilizzo dei fondi stanziati dal Ministero sono tuttora chiusi (se esistono) in qualche cassetto. A Teramo solo eventi culturali ad alto tasso alcolemico: probabilmente beviamo per dimenticare”.
IL PD. “Teramo dovrebbe essere candidata ogni giorno a Capitale Italiana della Cultura per la sua storia, le sue tradizioni, per la ricchezza dei suoi giacimenti culturali – è il pensiero di Flavio Bartolini, consigliere del Pd – Tuttavia la candidatura di Teramo a capitale della cultura, a cui è scontato il nostro sostegno, è come evidente a tutti, una proposta grottesca e paradossale poiché avanzata da chi ha condannato questa nostra bella e importante città a una decadenza quasi irreversibile. Tre drammatici esempi: come si può divenire capitale della cultura se nel centro storico insiste da 20 anni un cantiere sul Teatro Romano finanziato ma bloccato per sola e unica responsabilità dell’amministrazione e della burocrazia comunale? Come si può divenire capitale della cultura se nel centro storico, esclusa forse Piazza Martiri della Libertà, la pavimentazione, il decoro e l’arredo urbano sono peggiori di una località di un paese in via di sviluppo, come è evidente a tutti? Come si può divenire capitale della cultura se l’unico teatro, tra l’altro inadeguato e degradato, rischia la paralisi nelle sue attività a causa della incompetenza di questa classe burocratica e amministrativa a scrivere un corretto bando di affidamento?”