Leandro Bracco, Consigliere di Sinistra Italiana, sposa l’appello di Paolo D’Onofrio, (referente regionale dell’Aifvs – Associazione italiana familiari e vittime della strada), dopo l’ennesima tragedia accaduta nella galleria Le Piane, sulla variante 16, nella circonvallazione pescarese che va da Francavilla al Mare a Montesilvano.
“Come sottolineato da D’Onofrio stesso, nelle due gallerie che si susseguono, Le Piane e San Silvestro – afferma Bracco – in dieci anni ha perso la vita una ventina di persone. Non si tratta di semplici incidenti, ma di sinistri seguiti a sbandamenti e uscite di strada che si sarebbero potuti evitare se la strada e le gallerie fossero state progettate secondo le direttive europee e cioè con corsie ampie e non a doppio senso di marcia.
Dopo la scomparsa di Vito Liberatore, il 29enne del Chietino deceduto dopo un frontale con un furgone nella galleria Le Piane – prosegue l’esponente di Sinistra Italiana – anche il sindaco di Francavilla Antonio Luciani ha lanciato un appello affinché si proceda con l’installazione di sorpassometri e autovelox fissi che vadano a scoraggiare chi alla guida di un mezzo corre a più non posso e dunque senza rispettare i limiti di velocità, mettendo di conseguenza a rischio la vita propria e quella altrui. Ma non basta. La strada va messa in sicurezza con interventi di notevole impatto che incidano sullo spazio”.
“Tramite l’avvocatessa Luciana Gabriella Di Nardo – continua il Consigliere – l’associazione Aifvs si costituirà parte civile per la morte di Liberatore. Ogni volta che una persona perde la vita, l’Aifvs medesima torna giustamente a chiedere l’installazione di videocamere di sicurezza e spesso gli amministratori locali affermano che sono in itinere gli appalti e la messa in opera. Intanto le persone continuano a morire e chi è addetto ai controlli fa poco o nulla. Non sono presenti spartitraffico e chi percorre quotidianamente quella strada sa che le automobili corrono all’impazzata”.
“Secondo quanto documentato da D’Onofrio – riferisce Bracco – nel progetto originario erano presenti le doppie canne e tunnel a sensi unici. Poi invece ci siamo ritrovati con corsie talmente ridotte che sfiorano la legalità e con minimi spazi di manovra senza vie di fuga e con il rischio che i mezzi entrino fra loro in collisione. E se poi i mezzi si toccano mentre sono in velocità, si innescano carambole mortali.
Nella tragedia in cui è morto Vito Liberatore, un furgone ha sbandato. La persona alla guida del furgone stesso si è definito ‘vittima della galleria’ e ha pienamente ragione. I tunnel della morte vanno chiusi fino a quando non verranno messi a norma.
La politica – conclude Leandro Bracco – non può e non deve rimanere inerte. I decessi continui di persone senza colpa alcuna devono servire da monito affinchè chi di dovere si assuma le proprie responsabilità. Non è più tollerabile infatti che una persona perda la vita non per negligenza o imprudenza propria ma a causa di infrastrutture stradali la cui sicurezza lambisce l’illegalità”.