“La nostra città, in più occasioni, ha dedicato beni o luoghi a padre Alessandro Valignano – ha detto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – un personaggio di cui, però, conosciamo poco e al quale Chieti, nei secoli, non ha tributato molta attenzione nel diffonderne il ricordo. Ciò che auspico, dunque, è che questa occasione possa essere un momento in cui recuperare questo gap negativo e gettare delle ottime basi per lo sviluppo e la conoscenza di questo incredibile uomo di cultura: dotto gesuita, ambasciatore in Asia, grande comunicatore e teatino. Valignano, infatti, può assurgere a simbolo positivo del nostro territorio, e su di esso e sullo scambio fra culture costruire e incentivare percorsi e rapporti di tipo commerciale, rinsaldando i legami già esistenti con l’Asia. È significativo, infatti, che proprio da questo luogo possa ripartire una attenzione particolare e una capacità di dialogo con l’Europa e l’Italia, la quale non dovrebbe temere la competizione con i paesi oltre continente ma, puntando ed esportando il proprio know how e la propria inventiva, fare in modo di essere perfettamente in grado di abbattere le barriere che si ergono a chiunque voglia fare impresa. Riconquistare la lealtà di rapporti e ricreare la fiducia fra Pubblica Amministrazione e privato sono elementi che dobbiamo ricostruire insieme. Oggi, a mio avviso, uno dei limiti di chi vuol fare impresa è rappresentato proprio dall’inadeguatezza della Pubblica Amministrazione, dalla sua lentezza, e dal suo non stare al passo con i tempi delle imprese. Dato che ho rimarcato, qualche settimana fa, anche al Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi. Lo sviluppo deve partire dal privato ma esso può decollare anche dal pubblico se quest’ultimo intende assistere il privat,o e questa è una delle sfide che può affascinare l’Italia e l’intero contesto europeo. Anche se oggi, dunque, ci troviamo in un momento economico difficile dobbiamo trovare le condizioni di stringere e creare rapporti di conoscenza. Il Valignano – ha concluso Di Primio – è stato per davvero Il Visitatore che con gli occhi del ‘600 ha portato l’Italia in Asia, oggi, attraverso quegli occhi, dovremmo guardare le cose buone che ci sono in quel continente e riportarle e adeguarle al nostro modo di essere, facendole diventare elemento di forza del nostro territorio”.