I fondi sono inseriti all’interno del decreto legge 39 del 2009 e sono destinati “alla ripresa delle attività dei centri di accoglienza, di ascolto e di aiuto delle donne e madri in situazione di difficoltà”.
La somma messa a disposizione è di circa 3 milioni di euro, come riportato nell’art. 10 del decreto, che vincola il finanziamento alla ricostruzione o al restauro di edifici di proprietà. La Presidenza del Consiglio dei Ministri con apposita ordinanza (OPCM 3978/2011) ha riformulato l’articolo sciogliendo la restrizione all’utilizzo dei fondi.
Le intenzioni della Consigliera di Parità della Regione Abruzzo, Letizia Marinelli, sono quelle di “incontrare tutte le associazioni presenti sul territorio, per diversificare così le loro finalità e le loro logiche d’intervento”. La consigliera si dice aperta al dialogo per poter operare in maniera trasparente e condivisa. “La volontà è quella di creare una rete di professionalità che garantisca al territorio un alto servizio sia per la violenza di genere che per le situazioni di marginalità”.
L’obiettivo è quello di creare a L’Aquila un’ altra “casa rifugio”, dato che sul territorio ce n’è solo una e un centro poliedrico, come previsto dall’Opcm 3978, che si occupi di diverse situazioni di marginalità. “Un posto aperto, che accolga persone con problematiche differenti, per evitare di ghettizzare il disagio”. Presente in conferenza stampa anche l’Associazione delle donne Melusine, che nel capoluogo abruzzese opera dal 2007, contro la violenza di genere e la violenza sulle donne, attraverso una biblioteca, un consultorio e un centro ubicati nella stessa struttura, in pieno centro storico. Le associate hanno avuto un confronto diretto con la Marinelli, che si è detta disposta a rafforzare la loro attività tramite un programma di cooperazione a raggio regionale.
Paola Marulli