Chieti. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha scritto ai parlamentari abruzzesi, ai presidenti delle Province di Pescara e Chieti ed al ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, sulle sorti del 123° Reggimento “Chieti” (negli ultimi giorni si è parlato di un’imminente chiusura della caserma “Berardi”).
“Ho personalmente avuto contatti con il Ministero della Difesa – scrive Di Primio ai parlamentari abruzzesi e ai presidenti delle Province di Chieti e Pescara – dal quale mi hanno dato conferma delle decisioni, che non esagero nel definire tragiche, assunte in merito alle sorti della caserma Berardi. Ho in tutti i modi cercato di perorarne la causa, trasmettendo al ministro ammiraglio Di Paola una nota, nella quale rimarcavo l’importanza di questa presenza sul territorio teatino, fornendogli, nel contempo, anche alcune soluzioni e chiedendo per di più la possibilità di un colloquio. Investo voi rappresentanti della nostra Regione in Parlamento della problematica, in quanto ritengo che questo sia uno di quei casi in cui è necessario, per dirla con termini più consoni al mondo produttivo, fare sistema, schierarsi compatti in difesa del proprio territorio che rischia, credetemi non è questione di campanile, di essere ingiustamente privato di una struttura che, nel suo campo, rappresenta il fiore all’occhiello delle strutture militari. L’appello lo rivolgo sinceramente anche ai presidenti delle Province di Chieti e Pescara perché sostengano insieme a me tale battaglia, per la ricaduta negativa che tale paventata chiusura comporterebbe sull’intero sistema economico locale. Infatti, il personale in forza presso il 123°
Reggimento, risiede non solo a Chieti, ma sull’intero territorio della Provincia, nonché nell’area del pescarese. Gente che quotidianamente vive, opera, investe nelle nostre città, nelle nostre attività commerciali, con un contributo economico di cui noi oggi, anche in considerazione della congiuntura economica, assolutamente non possiamo privarci”.
“Pur consapevole dell’enorme sforzo che a tutti si richiede perché vi sia un reale e
significativo contenimento della spesa pubblica – scrive invece il sindaco di Chieti al ministro della Difesa – sforzo che per primi noi che siamo chiamati a responsabilità pubbliche dobbiamo sopportare, mi permetto evidenziarle alcune circostanze, che
sono certo vorrà valutare, in ragione delle quali il suo Dicastero potrebbe, così come fatto fino ad oggi, differire il termine di chiusura del 123° RAV Chieti e verificare possibili riorganizzazioni che ne scongiurino la chiusura. Innanzitutto vorrei evidenziare l’impatto economico, ovviamente negativo, che tale paventata ipotesi produrrebbe sulla città. Infatti, per ciascun anno, a Chieti transitano circa 2.000
unità che seguono i diversi iter addestrativi che si svolgono presso il 123°. A loro va aggiunto il personale che stabilmente, per motivi professionali, risiede con le proprie famiglie nella mia città. Da tenere inoltre presente, è la struttura della caserma la quale, per i numerosi lavori cui è stata sottoposta negli ultimi anni (con un considerevole investimento di circa 3 milioni di euro), presenta degli standard qualitativi ben al di sopra della media nazionale. Non da ultimo, mi preme evidenziare la posizione geografica della città di Chieti, dotata di una valida stazione ferroviaria, a pochi passi dall’aeroporto regionale Liberi di San Giovanni Teatino, al porto di Ortona, ai nodi autostradali A24/A25 e A14 che la rendono facilmente raggiungibile da Roma e perfettaente collegata al corridoio adriatico. La mia non vuole essere una semplice nota con la quale si esprime disappunto per l’iniziativa, ma vuole, senza intaccare le diverse sfere di competenza, rispettoso del suo molo, consapevole di parlare ad un uomo che bene e direttamente conosce il mondo militare, offrire anche
delle possibili soluzioni”. Infine Di Primio ha posto all’attenzione del ministro la possibilità di trasformare il 123° RAV Chieti in “Battaglione Operazione Psicologica”.