Lo dice in una nota il segretario e consigliere comunale del Pd di Chieti, Enrico Iacobitti, che continua: “Pensavo che il sindaco Di Primio, di fronte all’evidenza e alle proprie responsabilità, volesse, con urgenza, comunicare ai cittadini di Chieti le soluzioni che intendeva mettere in campo per scongiurare la drammatica prospettiva del dissesto dell’Ente. Invece, il primo cittadino, che aveva sempre negato e sottovalutato questa possibilità, non si preoccupa di indicare la via d’uscita per la città, ma preferisce spostare l’attenzione contro il nemico politico, rastrellando, nella relazione ministeriale, ciò che serve a scaricare le responsabilità ed evitando accuratamente quello che lo riguarda. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di impotenza politica e amministrativa che scioglie come neve al sole la superficialità degli ultimi due anni di amministrazione Di Primio. Infatti, gli Ispettori del Ministero hanno analizzato un arco temporale ampio per una valutazione complessiva dentro la quale è possibile rintracciare irregolarità e problemi di gestioni ascrivibili alle gestioni Cucullo – Ricci- Di Primio. Essi, però, evidenziano come la recente situazione di predissesto ovvero di squilibrio finanziario, si sia determinata strutturalmente negli ultimi due anni di gestione. In altre parole, problemi gestori storici non avevano mai determinato disavanzi significativi. Invece, durante la gestione Di Primio, si sono verificate anticipazioni delle casse comunali che hanno raggiunto, per la prima volta, anche i meno 14 milioni di euro. Da tempo avevamo invitato il sindaco Di Primio, l’assessore al Bilancio Melideo e tutti i consiglieri di maggioranza a correggere la rotta, purtroppo le nostre proposte sono state inascoltate. In tal senso, durante i lavori del Consiglio Comunale, avevamo ammonito sulle irregolarità e illegittimità gravi dovute: al ricorso al mutuo per finanziare debiti fuori bilancio determinati da sentenze esecutive (per i contenziosi: case di riposo- ditta Pannozzo – Provincia di Chieti), all’uso illegittimo di avanzi di gestione (inesistenti) e all’uso di residui passivi per finanziare la spesa corrente. Si tratta di scelte e pratiche amministrative esplicitamente vietate dalla legge e portate avanti dalla giunta Di Primio – conclude Iacobitti – nonostante i pareri negativi del collegio di revisione contabile che in ogni circostanza aveva avvertito sui pericoli e indicato soluzioni diverse”.