Chieti. Maria Rita D’Orsogna, insieme alla Costituente VogliAmo il Parco, rete di associazioni, comitati, amministratori, operatori economici e cittadini, nata per sostenere la nascita del Parco Nazionale della Costa Teatina (o, meglio detta, Costa dei Trabocchi) consegnerà una lettera al neo-ministro dell’Ambiente, dr. Corrado Clini, per riprendere in mano l’iter istitutivo del Parco.
Infatti, dal momento della consegna al Ministero dell’Ambiente delle proposte di perimetrazione fatte dai Comuni interessati (non da tutti, purtroppo), che doveva avvenire entro la data di scadenza del 30 settembre 2011, non si sono avute più notizie del destino del Parco, nè relativamente ad un paventato commissariamento, nè riguardo al suo perimetro. Il timore che il processo, in seguito al cambio di gestione ministeriale, si possa arrestare di nuovo, come successo diverse volte in passato, è reale ed è per questo che il Comitato lancia un appello al neo ministro Clini, per sollecitarlo a concludere l’iter avviato, arrivando quanto prima alla definizione del perimetro del Parco. Mentre possiamo definire il Parco della Costa Teatina, il Parco delle nebbie, splende il sole per nuovi progetti inerenti gli idrocarburi in Abruzzo. Quattro istanze Cipressi, S.Venere, Villa Mazzarosa e Villa Carbone, in procedura di Valutazione di Assoggettabilità, con tempi che scadevano per la presentazione delle osservazioni in critica, proprio sotto le feste natalizie, costringendo associazioni, cittadini, comuni e Provincia di Teramo ad un tour de force, durante tutte le prefestività e festività. Le quattro istanze che attendono l’esito del Comitato di Valutazione della regione Abruzzo, insieme alle due concessioni di coltivazione Colle San Giovanni e Aglavizza approvate, hanno di fatto funestato la fine del 2011, e l’inizio del 2012, risvegliando bruscamente una regione che pensava di aver chiuso con nuovi progetti di coltivazione e ricerca di drocarburi. La legge Chiodi ha ampiamente dimostrato tutta la fragilità, le zone di riguardo previste dalla suddetta normativa, sono cancellate dalla dicitura idrocarburi liquidi, con il risultato che le quattro istanze, fanno richiesta di perforare senza sapere se petrolio o gas. E’ bastato scrivere che la istanza di ricerca interessa gli idrocarburi gassosi. E’ chiaro a tutti che le operazioni di ricerca come impatto ambientale sono identiche sia per il petrolio che per il gas. Molto strano che le compagnie petrolifere, spendono soldi per una ricerca doppiamente al buio, poichè potrebbero non trovare niente, o trovare idrocarburi liquidi. Per quest’ultimi, la legge regionale N.48 del 2010, detta anche legge Chiodi, non dovrebbe essere un ostacolo? La scienziata Maria Rita D’Orsogna domani all’audizione al Senato, cercherà di denunciare le incomprensibili agevolazioni tra incentivi e royalty, che vengono adottate per una industria altamente impattante, per un petrolio e gas di qualità scadente, le cui quantità sono irrisorie. Scaricando gli innumerevoli e costosissimi impatti ambientali, propri di questa industria, su tutta la collettività, e sulle generazioni future. La professoressa dall’alto delle sue competenze, attestati di stima, e premi, che hanno sempre più un respiro nazionale, e internazionale, cercherà di perorare l’uscita definitiva per l’Abruzzo e l’Italia intera, riguardo nuovi progetti inerenti i combustibili fossili.