E’ quanto affermano in una nota congiunta il consigliere regionale ed il segretario provinciale del Partito di della Rifondazione Comuista, Maurizio Acerbo e Riccardo Di Gregorio che hanno continuato dicendo: “Grande è stata la partecipazione invece al presidio organizzato da rifondazione, comitati referendari, associazioni ambientaliste e sindacati. In assemblea sono emerse tutte le perplessità sollevate in questi giorni dal comitato referendario: la totale assenza della VAS (Valutazione Ambientale Strategica, prevista per legge) nella pianificazione degli interventi; la voluta non applicazione del risultato referendario sull’eliminazione della quota relativa alla remunerazione del capitale, la discrepanza tra i comuni dell’ASSI Chieti (104) e i comuni che hanno effettivamente potuto votare il Piano d’ambito (i Comuni ricadenti infatti sotto la gestione dell’ACA e lo stesso capoluogo Chieti, non hanno ovviamente titolarità di voto su quello pescarese laddove in realtà sono previsti gli investimenti per i loro territori, ma non possono votare neanche il Piano dell’Ambito chietino avendo questo un altro gestore, la SASI). Abbiamo scoperto dalla voce del Commissario Caputi che nel tempo si è provveduto al riordino degli affidamenti in house garantendo la gestione pubblica!!!! Ma allora gli chiediamo se la doppia presenza di SASI e ISI non rappresenti invece un problema per l’affidamento dei servizi, come lui stesso sottolinea nelle sue missive (ma non in assemblea) al presidente dell’ISI. Utilizzeremo i soldi che arriveranno per gli investimenti per ripianare i debiti della SASI e i costi dei numerosi contenziosi? Noi su questo abbiamo le idee chiare occorre subito fondere le due società, ogni attimo in più rischia di mandare all’aria entrambe le società e quindi in seconda battuta i comuni. E da dove arriveranno i soldi per gli investimenti? Fondi FAS? Quanti? Sono sufficienti o è previsto l’intervento delle banche a prestare, con gli interessi, i soldi mancanti? Denunciamo con forza che il nuovo piano è stato votato nello stesso clima del primo piano d’ambito, che sempre come ha riconosciuto lo stesso Commissario presentava enormi sperequazioni tra investimenti programmati e realizzati. Con la votazione di oggi si sancisce che a pagare i mancati investimenti saranno i cittadini che per quegli stessi investimenti avevano già pagato. Hanno davvero una faccia di bronzo e la memoria corta i sindaci del Pd e del Pdl che da dieci anni ripetono sempre la solita storiella degli investimenti e poi dimenticano sempre di controllare e scaricano sui cittadini la mancata vigilanza. Cosa accadrà con l’abolizione delle Province, visto che la Legge regionale (tra l’altro impugnata dal Governo) proprio sui presidenti di Provincia insieme all’assessore regionale fonda il governo dell’acqua in Abruzzo, relegando i sindaci ad un ruolo consultivo? Quanto dovrà durare il commissariamento dell’ing. Caputi che svolge la funzione di dirigente del settore opere pubbliche e contemporaneamente di commissario dal 2007 di tutti gli ATO abruzzesi? L’alternativa c’è: bisogna fare come la Giunta De Magistris a Napoli che ha trasformato la propria S.p.a. in house in Azienda speciale, dando esito al risultato referendario e non è incorsa in nessun ricorso legale. E soprattutto ha il consenso e la partecipazione dei cittadini nelle scelte. Solo a queste condizioni – concludono Acerbo e Di Gregorio – si possono chiedere eventuali improrogabili sacrifici, altrimenti è evidente che si tratta delle solita fregatura”.