I fatti risalgono al 2009 quando, riscontrando l’inerzia dell’amministrazione, il WWF decide di rivolgersi al Tar chiedendo l’applicazione della delibera. “Il Tar de L’Aquila” spiega Herbert Simone, il legale che ha curato il ricorso per il WWF assieme all’avvocato Fausto Corti “aveva emesso una prima sentenza con cui dava ragione al WWF e imponeva al Comune di attuare immediatamente la delibera. Pensavamo che il Comune di Avezzano si adeguasse, ma sono passati mesi senza alcun provvedimento. Pertanto abbiamo prima diffidato il Comune e alla fine ci siamo rivolti nuovamente al Tar per chiedere il rispetto della prima sentenza. Il Tar de L’Aquila, accogliendo pienamente questo secondo ricorso, non solo ha condannato il Comune a 500 euro di spese, oltre a quelle processuali e per il funzionamento del Commissario, ma ha nominato il Prefetto di L’Aquila quale commissario con il compito di attuare la sentenza e, quindi, realizzare l’isola pedonale”.
Se da una parte c’è la soddisfazione per la sentenza che condanna l’immobilismo di una pubblica amministrazione, dall’altro il WWF esprime grande rammarico per l’atteggiamento ostruzionistico del Comune su un tema come quello della qualità della vita e della salute dei cittadini che ha visto negli ultimi anni tutte le grandi città d’Europa scoraggiare l’uso delle auto in centro città.
“Il traffico veicolare è tra i principali responsabili di questo inquinamento” si legge in una nota del WWF “ed è veramente insopportabile e sconfortante che gli amministratori di una città non attuino provvedimenti di tutela della cittadinanza arrivando addirittura a non rispettare una prima sentenza del giudice. Ora siamo fiduciosi che nel più breve tempo possibile si dia corso alla nuova sentenza. Anche le categorie più refrattarie a questo tipo di intervento si renderanno conto che un’isola pedonale produce un miglioramento della vivibilità del centro della città tale che lo stesso sarà ancora più vissuto e frequentato dai cittadini e dalle famiglie”.