All’incontro ha partecipato anche l’assessore alle politiche agricole Dino Pepe, che sta seguendo la vicenda da tempo. Dopo gli eventi sismici del 2016 e di gennaio 2017, l’infrastruttura è stata “monitorata” e “depotenziata”, cioè svuotata fino a raggiungere il livello minimo di 40 milioni di metri cubi di acqua per motivi di sicurezza.
L’obiettivo è concludere le verifiche tecniche, richieste dalla popolazione e sollecitate dal presidente Luciano D’Alfonso, sulle strutture dell’invaso di Campotosto, e ottenere, in tempi brevi, le certificazioni di sicurezza che garantiscono l’aumento del livello di approvvigionamento.
La proposta delle associazioni è di aumentare il livello da 40 a 80 milioni di metri cubi di acqua per assicurare l’irrigazione dei campi della valle teramana.
“Mi occupo della vicenda della diga di Campotosto dal mese di ottobre 2016 – ricorda il presidente Luciano D’Alfonso -. Nei prossimi giorni ho un incontro con i vertici del Mit (ministero delle infrastrutture e dei trasporti) ed Enel, che gestisce la centrale idroelettrica di Provvidenza, per fare il punto della situazione sulla sicurezza delle strutture dell’invaso di Campotosto”.
Tuttavia, la Regione non ha competenza sulla scelta di aumentare la capacità idrica dell’invaso, come informano gli uffici competenti regionali.