Si tratta, più in particolare, di alcuni dei terreni ubicati ad Atessa, Ripa Teatina, Villamagna, Casalincontrada, Vacri, Bucchianico, Torrevecchia Teatina, San Martino sulla Marrucina, Roccamontepiano, Rapino, Fara Filiorum Petri, Casacanditella e Cannosa Sannita. A molti degli abitanti sono giunte richieste di pagamento del canone e del suo valore di affranco relativo non solo all’anno in corso, ma anche agli ultimi cinque anni di arretrati.
Immediata la reazione dei cittadini, che non condividono la volontà dell’ente di rivalutare l’affitto, soprattutto nelle situazioni in cui i terreni sono stati nel frattempo edificati. “In questi casi – spiegano in proposito i sindaci dei comprensori coinvolti – è stata infatti richiesta anche una percentuale del valore del fabbricato, quando su questi terreni gli edifici sono stati realizzati esclusivamente a spese dei cittadini, che nella maggior parte dei casi non conoscevano nemmeno il vincolo che gravava su di essi”.
Non solo. Per ciò che riguarda i terreni agricoli, sarebbero numerosi quelli per i quali viene chiesto il pagamento del canone enfiteutico anche se questi sono ormai incolti da anni e non producono, dunque, più reddito.
Da qui la decisione dei sindaci dei comprensori coinvolti di far fronte comune e di chiedere un incontro con il presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Chieti, Vincenzo Rabottini.
“L’obiettivo – sottolineano i primi cittadini – è quello di cercare insieme una soluzione che tenga conto della profonda crisi economica che sta investendo oggi le famiglie, passando attraverso una rideterminazione dei canoni e del valore di affranco che non perda di vista le difficoltà dei cittadini, soprattutto delle fasce di reddito più basse”.