“Pur comprendendo il tentativo del territorio frentano di difendere le proprie ragioni – recita la lettera – non posso che esprimere la mia ferma contrarietà alla richiesta di accorpamento dei Tribunali di Chieti e Pescara. Una tale posizione costituisce anzitutto un inspiegabile ed ingiustificato attacco alla città capoluogo di provincia visto che la legge che contiene la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli Uffici Giudiziari (legge 14 settembre 2011), pone quale criterio informatore della riorganizzazione la necessità di garantire la permanenza del Tribunale ordinario nei circondari capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011. Peraltro, questo atteggiamento dal vago sapore populista e propagandistico, rischia solo di indebolire le ragioni che dovrebbero sostenere la permanenza del Tribunale a Lanciano. Infatti, oltre alla evidente violazione del dettato normativo richiamato, le ragioni dei lancianesi si scontrano anche con i numeri (volume lavoro) che il Tribunale di Lanciano può offrire. Questi, parrebbero non sufficienti per la conservazione di quell’ufficio stando ai livelli di produttività fissati dal Ministero di Grazia e Giustizia. Al contrario, il Tribunale di Chieti, la Sezione di Ortona e con essi la Procura della Repubblica, senza parlare degli Uffici del Giudice di Pace presenti sul territorio di competenza del Tribunale teatino, hanno attualmente elevati standard di efficienza, godendo di un organico completo ed un indice di produttività adeguato ai benchmark ideali del Ministero. Recentemente inoltre, si è avuto l’insediamento di un nuovo presiedente di Sezione che arricchisce e completa la qualità organizzativa e gli standard qualitativi della offerta del servizio giustizia del Tribunale di Chieti. Evidenti, dunque, sono il ruolo e la centralità del Tribunale di Chieti e della Sezione di Ortona e l’importanza dei medesimi in termini di numeri statistici e territorio servito. Quanto poi all’ipotesi sospinta nel documento approvato dal Consiglio Comunale di Lanciano di un Tribunale metropolitano (Chieti – Pescara) la stessa risulta assolutamente irrealizzabile poiché avrebbe ragion d’essere, solo ed esclusivamente, nel caso dell’esistenza di una Città Metropolitana riconosciuta a mente del Testo Unico degli Enti locali. Sul punto ritengo sia noto a tutti che non esiste una Città Metropolitana Chieti-Pescara e anche per questa ragione la assurda ipotesi che vedrebbe accorpati il tribunale di Chieti e quello di Pescara è totalmente impercorribile. Assunto che la idea de qua è inattuabile, nonostante qualcuno continui ad operare su questa inutile strada in danno del Comune capoluogo di rovincia, non farò comunque mancare, come già dichiarato nella mia nota del 12 ottobre 2011, la mia disponibilità agli amici frentani, purché realmente interessati a portare avanti istanze serie e concrete, tese a trovare la soluzione migliore per non compromettere o comunque ledere eccessivamente le ragioni del Foro di Lanciano e della Città di Lanciano. Tutto questo, comunque, non potrà mai compromettere il presente ed il futuro del Tribunale di Chieti e della mia città. Voglio solo ricordare che il Foro di Chieti, di antichissima tradizione, conta circa 1000 iscritti, dispone di un organismo di mediazione e conciliazione pienamente funzionante e detiene la prima cuola Forense obbligatoria del Distretto di Corte d’Appello. Infine, con l’occasione partecipo le SS.LL. ricordare che la mia amministrazione ha già provveduto ad inserire tra i progetti di sviluppo della città il raddoppio del numero dei posti auto intorno al Tribunale e sta elaborando il progetto di raddoppio dell’attuale superficie del Palazzo di Giustizia, immobile che, come noto, ha ottenuto un finanziamento di circa 7 milioni di euro per l’adeguamento statico ed antisismico. Ebbene per le prefate ragioni, anche di diritto, ritengo che ognuno dei signori in indirizzo, per quanto di specifica competenza, pur ponendo la dovuta attenzione alle istanze che vengono dalla città di Lanciano, non possa che respingere la improponibile idea dell’accorpamento dei Tribunali di Chieti e Pescara. Semmai ciò avvenisse profonda sarebbe la ferita alla Città di Chieti ed al Foro Teatino cosi come grave sarebbe la situazione in termini di disservizio in un ambito, quello della Giustizia, bisognoso di riforme, quanto di idonei mezzi per continuare ad esercitare il difficile ruolo di chi è chiamato ad amministrare la Giustizia. Infine, agli O.li Consiglieri Regionali chiamati a confrontarsi sul documento del Consiglio Comunale di Lanciano nel chiedere di considerare le ragioni ospitate in questa mia che depongono contro l’ingiusto accorpamento dei Tribunali di Chieti e Pescara, chiedo anche di valutare e, quindi, di esprimere la propria posizione sui temi come quello trattato – conclude Di Primio – guardando non soltanto al caso particolare, o agli interessi di una parte, per quanto comprensibili, ma alle ragioni ed ai bisogni dell’intero contesto regionale”.
Francesco Rapino