Terremoto L’Aquila, per la Cgil troppi faccendieri ed economia ferma

terremoto_crolloL’Aquila.  “Mentre la drammatica situazione del nostro territorio è ormai nota a tutti (nonostante gli annunci e le rassicurazioni di facciata), ogni giorno la cronaca si arricchisce di nuovi episodi. Faccendieri, venditori di tappeti e intrallazzatori già noti all’opinione pubblica e alla magistratura per alcune inchieste e molte intercettazioni telefoniche si affollano alle porte di questa città, che sempre di più attrae figuri e personaggi che sembrano avere in comune soltanto un requisito fondamentale: i rapporti stretti e privilegiati con altissimi livelli istituzionali e di potere“. A parlare è il segretario generale della Cgil dell’Aquila, Umberto Trasatti .

“In virtùdi questi rapporti, ed in barba a qualunque principio etico e morale – dice il sindacalista – questi personaggi hanno pensato di poter conquistare la città dell’Aquila, diventare i padroni dell’Abruzzo ed utilizzare il terremoto per tornaconti strettamente personali o di gruppi ristretti, mentre le massime istituzioni nazionali e regionali brillano per il ritardo nella predisposizione di quanto occorre alla ricostruzione e al rilancio delle zone colpite: dalla vicenda delle tasse alla legge per il terremoto, dal rilancio dell’economia alla zona franca. Nel frattempo, per stare sul concreto, i dati relativi al mese di settembre diffusi dall’Inps ci dicono che nella provincia dell’Aquila si sono abbondantemente superati i 6 milioni di ore di cassa integrazione (nell’intero 2008, prima del sisma, le ore sono state 850 mila); a queste ore corrispondono 3.891 lavoratori in cassa integrazione; 1.377 lavoratori sono nelle liste di mobilità, ovvero sono stati già licenziati e beneficiano di un sussidio; altre 3.779 persone hanno perso il lavoro e beneficiano del trattamento di disoccupazione; tutto ciò – rileva Trasatti – vuol dire che nella provincia dell’Aquila 9.047 lavoratori e lavoratrici beneficiano di un ammortizzatore sociale, di questi oltre 5.000 hanno già perso il lavoro, mentre gli altri rischiano di perderlo nei prossimi mesi. A conferma di ciò, la cassa integrazione straordinaria e la cassa in deroga crescono nel settore industriale rispettivamente del 52,6% e del 289% rispetto all’anno precedente”. La Cgil, per concludere, “crede sia ormai urgente e indifferibile che le istituzioni nazionali e regionali, invece di spargere ottimismo e vendere promesse, mettano in campo le iniziative e i finanziamenti necessari a dare gambe e concretezza alle misure più volte condivise e annunciate. A partire dalla risoluzione del problema delle tasse, dallo sblocco della ricostruzione e dagli interventi per il rilancio dell’economia. Infine: cosa deve ancora accadere all’Aquila per riconoscere la necessità di superare i commissariamenti?”.

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