Chieti. ”Abbiamo dimostrato serietà e compostezza verso un’opportunità concreta che si rende possibile per il mondo della pesca locale ma, anche in questo caso, la maggioranza di centrodestra a guida Udc in Provincia ha manifestato crepe e mancanza di coesione tanto che, al momento del voto, evidenti e pesanti erano le assenze contestuali e sospette del presidente Enrico Di Giuseppantonio, del consigliere di Fli Luigi D’Alonzo e di quello di Forza Sud Fabrizio Montepara. Solo grazie alla nostra presenza in aula è stato mantenuto il numero legale, al certosino contributo del collega Angelo Radica è stata evitata la figuraccia di votare una delibera illegittima, che aveva anche il parere contrario del Collegio dei Revisori, ed al responsabile voto di astensione del Pd è passata a maggioranza l’adesione al costituendo GAC che ha nella Camera di Commercio l’Ente capofila ma che sostanzia l’ennesima parzialità a danno di soggetti di rappresentanza e portatori d’interesse legittimati quanto quelli scelti ad arte da chi ritiene le istituzioni come cosa propria”.
Così esordisce il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Provinciale di Chieti, Camillo D’Amico, a commento degli esiti del Consiglio Provinciale urgente di ieri, giovedì 20 c.m., che aveva come unico punto all’ordine del giorno la delibera di adesione ed approvazione dello statuto del costituendo Gruppo di Azione Costiera (GAC), che sarà una società consortile a responsabilità limitata, con la Camera di Commercio capofila, la provincia socia ma dentro la quale sono presenti solo alcune sigle di rappresentanza dei settori produttivi del commercio, artigianato ed agricoltura. “E’ una scelta parziale, scellerata e discriminante quella avallata ieri dalla maggioranza perché hanno dato l’ennesima dimostrazione d’impontenza rispetto alle ormai note prepotenze della grigia eminenza che tratta i soggetti di rappresentanza alla stregua di figli e figliastri secondo una discutibile visione di parte. Non vorremmo che, come accadde per l’animata discussione per l’adesione ai G.A.L. (Novembre – Dicembre 2009) anche questa volta si apprestino a prendere un altra cantonata e ritrovarsi poi dare tardive ragioni alle nostre rimostranze di merito come abbiamo fatto puntualmente anche ieri.” Cosi continua D’Amico che conclude: “L’atteggiamento della Camera di Commercio al riguardo è penosa e deludente perché non comprendiamo le ragioni non garantisca pari opportunità di accesso a tutti i soggetti di rappresentanza e portatori d’interesse, come dovrebbe essere nelle ragioni d’istituto, ma soprattutto perché uniforma l’atteggiamento a quella visionaria e parziale dei potenti di turno che traggono le loro origini culturali in un periodo storico ormai passato di cui sono ancora nostalgici ma che non tornerà più!!!”.
Francesco Rapino