Chieti. “Da mesi, stiamo assistendo a un palleggiamento di responsabilità sulla proposta di perimetrazione da presentare al Ministero dell’Ambiente per l’istituendo Parco Nazionale della Costa Teatina, dopo dieci anni di attesa. E, al tempo stesso è partito l’allarme per il rischio di un commissariamento da Roma, visto che la scadenza ultima prevista del 30 settembre è stata evidentemente superata. In tutta questa storia, il problema non è soltanto l’assessore Febbo che, nella sua veste di coordinatore del tavolo, come un elefante in un negozio di porcellane, vuole trasformare un Parco Nazionale in un Parco a Isole, ma il problema vero è del Governo nazionale che non ha nessuna intenzione, nonostante le disposizioni di legge, di istituire realmente un nuovo Parco Nazionale semplicemente perchè per questo progetto il Governo non ha più a disposizione fondi sufficienti e necessari”.
Lo ha dichiarato il senatore Idv, Alfonso Mascitelli, capogruppo in Commissione Bilancio, che ha continuato dicendo: “Che senso ha istituire sulla carta un Parco Nazionale se poi non si hanno risorse adeguate per attuarlo e gestirlo? Dove sta il trucco di un Ministero che non ha il coraggio di dire le cose come stanno? L’emendamento Legnini che prevedeva l’attivazione delle procedure entro il 30 settembre trovava risorse, e al momento non poteva fare diversamente, nella copertura finanziaria destinata allo scopo dalla legge n. 93 del 2001, che destinava all’epoca a decorrere dall’anno 2001, e per l’arco di tre anni, una spesa massima di un miliardo di vecchie lire, corrispondente a circa 500 mila euro dei tempi nostri. Si trattava di risorse che attenevano al cosiddetto fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero del Tesoro e di conseguenza del Ministero dell’Ambiente. Ebbene, in questo fondo speciale del Ministero dell’Ambiente le risorse disponibili nel 2011 sono zero euro, così come zero euro per l’annualità 2012. E le cose non vanno meglio nel capitolo di spesa finalizzato alla promozione e al funzionamento dei Parchi Nazionali, dove restano per tutto il territorio nazionale 2 milioni e 400 mila euro, ma si tratta di spese rimodulabili, ossia soggette a tagli. Più tempo si perde, più a rischio di scomparire sono le risorse. L’invio di un commissario, anche se obbligatorio per legge, è quindi l’ennesima presa in giro per gli abruzzesi da parte di un Governo che fa finta di fare, che fa gli annunci e messe in scena, ma pochi fatti. Se mandano il commissario, porti con sè anche le risorse economiche per attuare e gestire il Parco Nazionale, come dice sempre la legge, e non faccia solo finta di impiegare due anni di tempo per una perimetrazione, soltanto per trascinare la vera fase operativa a dopo le elezioni. La priorità – ha concluso Mascitelli – visto che noi siamo favorevoli al Parco Nazionale, è evitare l’ulteriore degrado ambientale adottando da subito misure di salvaguardia necessarie per garantire la conservazione dello stato dei luoghi e per far questo non c’è bisogno del commissario, visto che, secondo le lagge 394, il Ministero può provvedere con propri tecnici ad una delimitazione provvisoria, sentiti la Regione e gli Enti locali , sulla base degli elementi tecnici e conoscitivi disponibili”.
Francesco Rapino