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Sulmona, piattaforma rifiuti industriali: le critiche dei sindacati

Sulmona. “Non è accettabile che la regione Abruzzo utilizzi le risorse del Fas destinate alla Valle Peligna per realizzare una piattaforma per rifiuti industriali a Sulmona. Questa scelta cozza contro la vocazione della Valle Peligna che è al centro di due Parchi nazionali di una Riserva naturale, che vuole la promozione ecosostenibile del territorio attraverso la promozione delle tipicità locali, dell’artigianato, dei borghi e di un turismo di qualità. La realizzazione della piattaforma per rifiuti industriali, inoltre, non garantisce adeguati livelli occupazionali tali da far uscire dalla grave crisi occupazionale il territorio peligno”.

A dichiararlo in una nota sono le sigle sindacali di Cgil-Cisl-Uil, che contestano con forza il metodo adottato per formulare la proposta alla Regione. “Non c’è stata concertazione con il sindacato e con gli altri attori del territorio” dicono. “E’ una scelta di pochi in un momento in cui, invece, occorrono unità e coesione per proporre e realizzare progetti per il rilancio economico, sociale e occupazionale di tutto il comprensorio. Le linee di sviluppo della Valle Peligna sono tracciate nel Protocollo d’intesa (parcheggiato in un binario morto) sottoscritto da tutti i soggetti del territorio e dalla Regione Abruzzo nel 2008, dove non è menzionato il settore rifiuti come linea di azione per la competitività del sistema produttivo ed occupazionale della Valle Peligna”.

Secondo Cgil-Cisl-Uil i 16 milioni di euro del Fas vanno investiti in quattro progetti fondamentali: l’nserimento della Magneti Marelli nel “Campus Automotive” della Val di Sangro per legare l’unica fabbrica del territorio al polo dell’auto, la realizzazione del Polo Logistico del Farmaco come centro regionale, il completamento dell’Abbazia Celestiniana e la messa in sicurezza antisismica del centro storico di Sulmona e degli altri centri del territorio per rilanciare la filiera dell’ edilizia e delle energie rinnovabili.

Cgil-Cisl-Uil vogliono misurarsi su queste idee e chiedono alle Istituzioni di aprire un confronto con tutti gli attori del territorio.

“Per il bene comune e per il rilancio economico, sociale e occupazionale della Valle Peligna” concludono “è possibile, per una volta, ragionare tutti assieme?”.