Pescara, tagli alla sanità di base: i medici minacciano lo sciopero dei vaccini

medicobasePescara. Annunciano lo stato di agitazione le organizzazioni sindacali dei medici di base, in protesta contro il taglio di prestazioni e servizi agli assistiti e dei relativi compensi per i medici di base già pattuiti, tramite ad accordi contrattuali, disposto dal direttore generale della Asl di Pescara, Claudio D’Amario. E si infiamma immediatamente la scena politica: Acerbo presenta un’interpellanza regionale.

A quanto dicono i sindacati, in modo unilaterale D’Amario avrebbe stabilito l’abolizione delle visite per appuntamento e  ridotto il numero delle ore di apertura degli ambulatori dei nuclei di cure primarie, per cui rimarrebbero, rispetto alla copertura 24 ore su 24h24, almeno tre ore durante l’arco della giornata, dalle 13:00 alle ore 15:00 e dalle ore 18:00 alle 19:00, ore nelle quali gli assistiti non potrebbero ricevere prestazioni e servizi da parte dei medici di base. Evidente il disagio per i cittadini che necessitano di prestazioni sanitarie di base, i quali sarebbero costretti a lunghe attese e/o a ricorrere, impropriamente, ai Pronto Soccorso ospedalieri, ad oggi già intasati endemicamente. I medici, preoccupati dalle ripercussioni sui pazienti e sui propri compensi, direttamente in calo con le prestazioni in taglio, passano all’attacco preventivo, annunciando lo sciopero dei vaccini,  minacciando di non aderire alla campagna di vaccinazione antinfluenzale in segno di protesta. “Si avrebbe una ricaduta negativa sullo stato di salute della popolazione, un grave disagio per gli assistiti più anziani e i disabili, un intasamento ed un aggravio di costi per gli ambulatori di igiene e prevenzione della Asl”, sostiene Maurizio Acerbo, consigliere regionale Prc che ieri ha presentato un’interpellanza al presidente del consiglio regionale.

Acerbo, inoltre, attacca la decisione “unilaterale la decisione unilaterale assunta dal Direttore Generale D’Amario, in contrasto con le disposizioni del Decreto del Commissario ad acta sui tetti di spesa per le prestazioni della medicina di base, laddove si afferma che le Asl non potranno modificare i contenuti normativi ed economici degli Air senza l’assenso dei Comitati consultivi regionali. “In deroga a tale prescrizione le Asl possono mantenere in essere i provvedimenti già adottati per il contenimento della speso della medicina convenzionato di base fino alla definizione dei nuovi Accordi Regionali e comunque in caso di criticità saranno attivati i tavoli di contrattazione regionale, anche al fine di non creare disparità di trattamento economico tra le Asl e tra medici per le medesime prestazioni ed indennità”, afferma il consigliere, che sottolinea come, qualora il presidente Pagano non ritenga opportuno far ritirare a D’Amario la decisione paventata dai medici, la stessa potrebbe “esporre la Asl a contenzioso legale per eventuali ricorsi, peraltro annunciato, da parte delle organizzazioni mediche, contenzioso, il cui esito incerto, potrebbe esporre la Asl a maggiori costi ed a spese legali”.

 

L’Idv denuncia “La sanità clandestina di Chiodi”. Terranno domani mattina una conferenza stampa il capogruppo regionale Idv Carlo Costantini e il senatore Alfonso Mascitelli, sul quella che hanno definito “La sanità clandestina. Quello che Chiodi non scrive, non dice, ma vuole realizzare”. I due anticipano in una nota: “Quello che Chiodi all’opposizione ed ai cittadini abruzzesi è, nella migliore delle ipotesi, fumo; in molti altri casi vere e proprie invenzioni, utili solo a conquistare la generosità dei giornali. Nel frattempo va avanti indisturbato, forte di poteri commissariali e di poteri forti che ormai ne condizionano e ne sostengono ad ogni livello vistosamente le scelte più significative. E l’Abruzzo, distratto, tranne pochi, da cortine fumogene, da annunci e smentite che si susseguono ormai quasi quotidianamente e da vere e proprie invenzioni, continua a subire la più grande spoliazione di sanità pubblica mai vissuta in precedenza ed a pagare alle altre regioni d’Italia il prezzo più alto mai pagato in precedenza, in termini di mobilità passiva”. “Ormai”, conclude Costantini, “quasi 100 milioni di euro l’anno (proiezione 2012); l’equivalente di quasi 2mila posti di lavoro che vanno in fumo a vantaggio di altre regioni, proprio mentre la Regione Abruzzo, non a caso, marca risultati tra i peggiori d’Italia in termini di incremento di disoccupati donne e giovani”.

 

Daniele Galli


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