Ne dà notizia Angelo Radica, consigliere del Pd provinciale, che spiega in proposito: “in fase di approvazione del bilancio 2011, come gruppi di opposizione (PD, IDV, SEL e Federazione della Sinistra) abbiamo presentato una proposta di tagli delle indennità e dei rimborsi degli amministratori sia di maggioranza che di minoranza. Il taglio, che certo non poteva controbilanciare i pesanti tagli dei trasferimenti praticati dallo Stato e dalla Regione Abruzzo, era quantificato in circa 250mila euro. Abbiamo proposto, inoltre che queste risorse fossero utilizzate per sostenere progetti di assistenza e di tutela nei confronti dei più deboli. In un momento di difficoltà per tutti i cittadini ed in particolare per i più bisognosi voleva essere un segnale che anche la politica fa sacrifici. Ci chiediamo come mai la maggioranza ha bocciato questa proposta insieme a tutte le altre assolutamente realizzabili”.
A stupire il consigliere del Partito Democratico, alla luce di quanto avvenuto, sono le recenti dichiarazioni del presidente della Provincia di Chieti, che proprio pochi giorni fa ha lanciato l’allarme sostenendo che, proprio per mancanza di risorse economiche, l’ente provinciale sarebbe sull’orlo del dissesto finanziario. “Infine” continua Radica “la Provincia di Chieti è stata tra le più solerti a portare la tassa sull’assicurazione di responsabilità civile auto dal 12.5 % al 16 % con decorrenza al 1 Llglio. Un primo esempio del tanto decantato federalismo leghista che in questa prima applicazione è ancora più ingiusto perché tassa tutti allo stesso modo sia chi redditi elevati che quelli con redditi bassi. A questo punto verrebbero un paio di domande terra terra. La prima: ma il federalismo fiscale non doveva portare una maggiore efficienza fiscale e quindi meno tasse per tutti? L’idea sarebbe, in soldoni, quella di dare agli enti locali una sempre maggiore autonomia nelle entrate e nelle spese. Ma la percezione diffusa, per ora, è che il federalismo “moltiplicando” gli enti esattori (regioni, province e comuni) moltiplichi anche il prelievo fiscale anziché semplificarlo e ridurlo”.
Il commento del capogruppo del Pd in Provincia, Camillo D’Amico. “Il nostro contributo concreto, di proposte ed idee per una riduzione dei costi della politica in provincia, lo abbiamo fatto senza alcuna demagogia, limitando il taglio al solo 2011 per finanziare settori che in bilancio non avevano alcuna previsione come cultura, turismo e sociale dando anche un segnale concreto ai cittadini di non essere loro parassiti e politici mestieranti ma semplici servitori e rappresentati eletti del territorio amministrato. Il nostro partito è per ridisegnare i livelli istituzionali che miri alla riduzione dei costi, all’aumento dell’efficacia ed efficienza in una visione complessiva che ridia potere decisionale al cittadino, in termini di scelta delle rappresentanze, introduca evidenti incompatibilità di ruoli, per allargare la partecipazione ed il protagonismo, limiti il numero dei mandati nella stessa istituzione e riduca sensibilmente i costi allineandoli a quelli europei con sensibili riduzioni dei benefici successivi. In provincia volevamo solo dare un segnale di moderazione ed attenzione. La maggioranza ha votato contro senza battere ciglio ed a poco servono giustificazioni postume e risibili, come fa il vice presidente Tavani, sui pareri negativi espressi dal dirigente perché la politica può andare oltre; a tal riguardo, in relazione ai tanti pareri positivi espressi sugli emendamenti dalla dirigenza agli emendamenti al piano triennale delle opere pubbliche, mi viene da chiedere allo stesso perché poi in consiglio la maggioranza ha avuto un silenzioso atteggiamento diverso e contrario. Se c’è una disponibilità nuova a ridiscutere dell’argomento, noi e l’intero centro sinistra, siamo pronti a farlo senza indugio alcuno pagando per la parte che ci compete; lo vogliamo fare scevri da ogni strumentale polemica e consapevoli del fatto che, l’istituzione provincia cominciando dal suo presidente eletto dai cittadini, abbia autorevolezza e giusta remunerazione ma senza lamentazioni sui tempi dedicati all’impegno perché tutto poi resta una missione e non un mestiere”.