Chieti. Alla presentazione del nuovo Cda del Teatro Marrucino di Chieti, il senatore Fabrizio Di Stefano aveva criticato il rettore dell’Università “G. D’Annunzio” perchè ha siglato per la Facoltà di Lettere una convenzione di collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, invece, a suo avviso si sarebbe dovuto stringere un rapporto con il Teatro Marrucino.
A questa critica, è seguita una dichiarazione di Giancarlo Quiriconi, professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea e presidente del corso di laurea in Lettere. “Sembre ormai – ha affermato Quiriconi – che ogni residuo argine che il pudore e il rispetto di sé dovrebbero imporre alla deriva di parole e di azioni in ognuno di noi sia definitivamente infranto. Lo sport cittadino di attacchi inconsulti, virulenti quanto insulsi, al rettore della D’Annunzio (ormai chiamato in causa direttamente per cognome, quasi a esorcizzarne la leggittimità della funzione) non si arresta davanti a nulla, tanto meno all’evidenza di fatti e cifre, che parlano, come tutti ben sanno, di un Ateneo vertigionisamente cresciuto negli ultimi tredici anni, sia sul piano quantitativo (raddoppio degli studenti, moltiplicazione del personale docente, completamento e ampliamento delle strutture edilizie) che su quello qualitativo (crescita del valore della ricerca che vi si svolge, creazione di centri di eccellenza internazionalmente riconosciuti, una situazione finanziaria solida, a fronte della continua erosione che in maniera sempre crescente nell’ultimo quinquennio ha portato al depauperamento delle casse di molte Università). In tale quadro non suscita poi grande stupore che un senatore di questa nostra sfortunata Repubblica, presentando nei giorni scorsi il nuovo Cda del Teatro Marrucino, non abbia trovato di meglio che attaccare il Rettore per una recente convenzione tra l’Ateneo – Facoltà di Lettere e Filosofia e il Teatro dell’Opera di Roma. Accordo che risulta tanto più importante in quanto a partire dal prossimo anno accademico il corso di laurea in Lettere vedrà l’avvio un indirizzo su linguaggi di teatro, musica e media. Insomma attraverso questa convenzione noi avremo la possibilità di fornire ai nostri studenti dei supporti didattici (in termini di laboratori, stages, ecc.) di eccezionale valore formativo e di straordinaria qualità (avvalendosi il Teatro dell’Opera, non solo di orchestra, coro e corpo di ballo, ma anche di strutture didattiche quali la scuola di danza, l’orchestra giovanile e la scuola di canto corale). Il rettore, ha già chiarito termini e importanza di tale convenzione, ed ha anche opportunamente sottolineato la disponibilità a collaborare con istituti locali, tra cui il Marrucino stesso. Resta forse qualcosa da aggiungere. Il Teatro Marrucino versa da anni in una situazione di gravissima crisi: non ha più personale artistico (l’orchestra), non ha più un direttore artistico come Rendine di sicuro e accreditato livello nazionale. Il nuovo Cda ha davanti a se un compito non facile di ricostruzione, con un budget dimezzato rispetto al passato. L’augurio è che la scommessa del Cda possa essere vincente. Ma intanto la situazione è quella che è; e un’Universtà, per quanto doverosamente legata al suo territorio, ha il dovere di puntare alla qualità della formazione e al rifiuto del localismo ad ogni costo. Sono cose ovvie – ha concluso Giancarlo Quiriconi – tanto che fa sorridere, sia pure con l’amaro in bocca, questo arrampicarsi sugli specchi dell’illustre parlamentare pur di essere in prima fila nello sport cittadino di attacco al rettore della D’Annunzio. A meno che non ci creda veramente; allora davvero: altro che sorriso, ci sarebbe da preoccuparsi, e non poco”.
Non si è fatta attendere la risposta del senatore Di Stefano che in una nota ha affermato: “Il professor Quiriconi, la cui presenza nella città, sia a livello di vita sociale che culturale è pressocchè sconosciuta poichè impegnato evidentemente nella sua attività didattica, s’inerpica in un’ingiustificata azione di difesa del rettore Cuccurullo e del suo operato tout court, in quanto nessuno ha mai parlato della sua attività gestionale dell’Università D’Annunzio (il raddoppio degli studenti, la moltiplicazione del personale docente, il completamento e l’ampliamento delle strutture edilizie, la crescita del valore della ricerca, ecc.). La mia esternazione riguardava semplicemente la convenzione fatta dall’Università D’Annunzio con il teatro di un’altra regione – ha continuato Di Stefano – a scapito dell’unico Teatro di tradizione della regione, oltretutto con sede a Chieti, la stessa città dell’Ateneo. Aggiungo che, questa convenzione, se applicata, costringerà gli studenti a frequentare stage a Roma, con evidente aumento dei costi, e un consequenziale depauperamento del territorio abruzzese. Se tutto questo è lesa maestà, allora ha ragione il prof. Quiriconi, a brandire la spada in una difesa irruenta del suo capo; ma proprio lui che invece parlava di attacchi virulenti ha poi questa reazione, addirittura rabbiosa?”.
Francesco Rapino