L’Aquila. “Sulla scelta di utilizzare i project financing per la realizzazione degli ospedali, sostenuta ostinatamente dal governo D’Alfonso, abbiamo sollevato molti dubbi in più occasioni sopratutto in riferimento alla nascita del nuovo nosocomio di Chieti.
Dubbi che non sono soltanto nostri ma sono stati espressi in precedenza anche della Corte dei Conti in più occasioni e dalla stessa Autorità Nazionale Anticorruzione, nella figura del presidente Cantone, e da ultimo dallo stesso Ministro Delrio. Tra le varie criticità segnalate va osservato che il project financing, proprio per gli stessi rilievi indicati dai massimi organi di controllo, stimola alcuni “appetiti” che rischiano di generare contenziosi in grado di vanificare tutte le buone intenzioni iniziali”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo che spiega come il caso del nuovo SS. Annunziata proprio ieri “si è arricchito di un altro inquietante capitolo. La stessa Asl di Chieti, attraverso una nota ufficiale firmata dal Dirigente Amministrativo presso l’Uoc Governo dei Contrati di servizi e forniture, ha segnalato a Procura della Repubblica e Anac quanto accaduto in occasione della verifica della proposta di finanza di progetto presentata dal costituendo Rti Icm (Impresa Costruzioni Maltauro) Abp Nocivelli (vedi allegato).
Ebbene, mentre il legale rappresentante di Icm ha prodotto una dichiarazione nella quale riportava di non aver commesso violazioni gravi rispetto agli obblighi (di cui all’art. 80 comma 4 del dlgs 50/2016) relativi al pagamento di imposte e tasse o contributi previdenziali, il dirigente della Asl di Chieti, in sede di verifica, ha acquisito un certificato dell’Agenzia delle Entrate di Vicenza nella quale viceversa risultano definitivamente accertate due cartelle di pagamento a carico della società Centrale Mazzoni srl (incorporata da Icm). Di conseguenza è stato avviato un procedimento per chiedere tempestivi chiarimenti in quanto il mancato pagamento di una delle due cartelle (da oltre 17 mila euro) costituirebbe una “violazione grave” delle disposizioni di Legge.
La successiva ricostruzione fornita da Icm spiega come nel susseguirsi delle diverse trasformazioni l’incorporante Icm non sia stata informata di tali irregolarità. A supporto della buona fede della società vengono allegati due certificati dell’Agenzia delle Entrate che sottolineerebbero – scrivono da Maltauro – la totale assenza di dolo e colpa chiarendo la correttezza della condotta posta in essere. Il dirigente della Asl però sottolinea come i certificati prodotti dalla ditta capogruppo dell’Ati per il nuovo ospedale di Chieti, recano dicitura che attesta la parziale potestà certificativa dei documenti tale da non coprire talune fattispecie, quali quelle relative a vicende societarie pregresse che sarebbero state scandagliate ed attestate dall’Agenzie delle Entrate solo a seguito di specifica richiesta. Rilevato che la verifica della tipologia e grado dell’elemento soggettivo anche nel caso di fatti rilevanti in sede penale, non è di competenza dello stesso dirigente Asl si è provveduto a segnalare quanto accaduto agli Uffici competenti ovvero Procura e Anac per chiedere di conoscere le determinazioni che vorranno essere assunte sulla vicenda”.
“Auspico – conclude Febbo – che si faccia immediata chiarezza su quanto segnalato del dirigente dell’Azienda sanitaria di Chieti e al tempo stesso invito nuovamente il governo regionale a ripensare alla strategia perseguita per la costruzione dei nuovi ospedali abruzzesi. Alla luce di quanto sta accadendo le premesse sono tutt’altro che incoraggianti e si rischia seriamente di perdere tanto tempo ma soprattutto soldi pubblici. Ritengo che la certificazione prodotta, così inficiata, segni uno sbarramento al project financing presentato per cui tutta la procedura deve essere annullata e questo argomento sarà affrontato in Commissione Vigilanza in prossima convocazione”.