Chieti, lapide spezzata in via Principessa di Piemonte. Giovani Democratici: “Una vergogna”

corso_marrucinoChieti. “A oltre due anni e mezzo di distanza dall’ episodio di razzismo vandalico con cui è stata distrutta la lapide posta in via Principessa di Piemonte continua la vergogna di quella pietra spezzata e mai sostituita”.

A parlare è Alessandro Marzoli, vicepresidente del Consiglio comunale di Chieti, che da tempo si batte con i Giovani Democratici sul ripristino della targa spezzata. “Dopo aver condannato l’accaduto già due anni fa” racconta infatti Marzoli “abbiamo scritto al Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio per porre rimedio a quanto successo. In Consiglio comunale abbiamo invitato  il sindaco Di Primio ad interessarsi della faccenda ma visto che, nonostante le promesse, nei successivi mesi nulla è cambiato siamo arrivati, nell’ ottobre 2010, a realizzare a nostre spese una targa in plexiglass che riporta l’ identico testo della lapide. Un simbolo che ricorda gli internati teatini e gli orrori del nazifascismo. Abbiamo consegnato la targa al presidente Di Giuseppantonio con una lettera e con la preghiera di sostituire con quella, almeno temporaneamente, la lapide in pietra distrutta”.

La sostituzione, però, non è mai avvenuta. In via Principessa di Piemonte continua, infatti, a campeggiare la vecchia lapide spezzata, mentre “la targa da noi realizzata giace in qualche ufficio della Provincia di Chieti. Delusi e amareggiati per questa vergogna che continua a protrarsi nel tempo in via Principessa di Piemonte e fermamente convinti che resituire la lapide nella sua interezza alla Città di Chieti sia doveroso per le nostre istituzioni, interesseremo della vicenda, con un documento a firma del sottoscritto, il Consiglio comunale teatino”.

 

La replica di Enrico Di Giuseppantonio. “L’amministrazione provinciale non è rimasta nè inerte né sorda all’appello per il ripristino della lapide distrutta in via Principessa di Piemonte a Chieti. Ma un’amministrazione pubblica non può certo affiggere, su un edificio pubblico e sottolineo su un edificio pubblico, peraltro di proprietà del Comune, una targa che nel ricordare la tragica vicenda dei campi di concentramento, riporta nel testo un esplicito richiamo ad un movimento politico, nella fattispecie ai Giovani Democratici di Chieti. I nostri Uffici si sono attivati per commissionare una lapide di pietra che possa sostituire quella che ignoti vandali hanno distrutto, e  lo ha fatto seguendo le procedure e sopportando i tempi, spesso troppo lunghi, di un pubblica amministrazione che ogni giorno deve fronteggiare decine e decine di problemi.  Posso assicurare a tutti i cittadini che, per continuare a rendere un degno omaggio alle vittime della barbarie nazista, la lapide danneggiata verrà sostituita a cura della Provincia. Non potevo e non posso, quale Presidente della Provincia, autorizzare l’installazione in un luogo pubblico di targhe e lapidi commemorative di eventi storici che rechino la firma di un partito politico come nel caso della targa in plexiglass fatta realizzare dai Giovani Democratici di Chieti”.

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