Pescara: “Stadio del mare scelta politica”. Mascia accusa le vendette del Pd

luigi_albore_mascia2Pescara. Lo Stadio del Mare? Una scelta politica. Secca e tagliente la replica del sindaco Albore Mascia al Pd, che anche durante la seduta odierna del Consiglio comunale è tornato a ribadire le proprie critiche alla realizzazione dello Stadio, presentando un’interrogazione urgente. In aula va in scena l’elenco delle “vendette” di maggioranza e opposizione.

“Lo Stadio del Mare è una scelta politica della maggioranza di governo di centro-destra, così come l’Arena del Mare o la pavimentazione di piazza Salotto o ancora lo Huge Wineglass sono state scelte politiche del centro-sinistra, condivisibili o meno,  ma comunque scelte politiche”. Risponde e si toglie un bel mucchietto di sassolini dalla scarpa, Albore Mascia, guarda caso tutti sassolini provenienti dalla stessa area: quella piazza Salotto mai digerita nel new-look dalfonsiano. Dalfonsiana fu anche la costruzione dell’Arena del Mare, che Mascia ora “sostituisce” con il faraonico Stadio del Mare di piazza Primo Maggio. “E quella struttura quest’estate ospiterà i grandi eventi della nostra città: invito a questo punto il centro-sinistra a superare quell’atteggiamento di vendetta che anima ogni azione quotidiana, anche quando si rischia di calpestare gli interessi collettivi del territorio, liberandosi dall’ossessione della rivalsa pensando esclusivamente alle elezioni”. Vendetta su vendetta, si potrebbe dire.

“Lo Stadio del Mare, piaccia o meno, è in corso di realizzazione sulla spiaggia di piazza Primo Maggio per una chiara e trasparente scelta politica della maggioranza di governo”, ha sottolineato il sindaco. Ma il Pd, insieme ad Acerbo, avevano dubitato che la stessa trasparenza si potesse attribuire anche alla procedura di progettazione e realizzazione della struttura: vedi le accuse di cementificazione e di grave danno ambientale e paesaggistico. Il sindaco, dopo Fiorilli e Antonelli, torna a precisare per mantenere intonsa l’immagine dell’Amministrazione: “Prima di avviare i lavori era stato completato tutto l’iter di approvazione del progetto e, a differenza di quanto erroneamente affermato ieri dal consigliere Pd Del Vecchio, c’è anche il nulla osta della Sovrintendenza con delle prescrizioni che sono normali in casi del genere. Durante i lavori per un errore materiale si stavano eseguendo interventi contrari alle prescrizioni, i tecnici se ne sono subito accorti e le opere sono state tempestivamente rimosse”.

 

Questione chiusa? Non c’è da giurarsi, tant’è che Mascia va a capo e riapre immediatamente un altro capoverso della rivalsa: “Dunque non si è consumato alcuno scempio per Pescara”, puntualizza, “mentre io al centro-sinistra avrei qualcosa da obiettare per alcune opere realizzate in sei anni di governo: ad esempio non si vedono più le montagne per due begli edifici impattanti che sono stati una scelta politica della passata amministrazione (Torri Camuzzi ndr.). E al consigliere Di Pietrantonio che continua a chiederci perché stiamo realizzando lo Stadio del Mare, rispondo chiedendo perché il suo governo ha realizzato l’Arena del Mare. Con l’Arena del mare la passata amministrazione aveva solo tentato di cancellare lo Stadio del Mare; anche a me oggi non piace la piazza Salotto che il centro-sinistra ha realizzato, spendendo 1 milione di euro, oltre ai costi sostenuti per una pseudo-fontana e per un bunker antiatomico che, installato a pochi passi dallo Huge Wineglass, è un appartamento interrato che contiene impianti tecnologici che forse servivano a valorizzare la piazza e la fontana, ma che di fatto è rimasto inutilizzato. Tali elementi fanno parte di una scelta politica e i cittadini l’hanno giudicata”.

 

A testa ben alta e a gamba più che tesa, il sindaco difende il suo operato da amministratore, tenendo salde tra le mani anche le redini dello scontro politico dentro il quale si lascia risucchiare dall’opposizione: “La verità è che su questo tema, così come su altri, avete un atteggiamento di vendetta; l’obiettivo del centro-sinistra è quello di distruggere lo sviluppo del territorio, perché Pescara non deve crescere, perché il centro-sinistra è pronto a tutto pur di rivincere le elezioni e oggi i suoi esponenti si svegliano la mattina pensando allo sgambetto che possono fare sacrificando anche il bene del capoluogo adriatico”, chiosa concludendo il suo intervento in aula.

 

Daniele Galli


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