Pescara. “Il metodo lascia molto a desiderare: il messaggio che passa è che la volontà dei cittadini non conta nulla. Mi chiedo quale sia la ratio di ciò che è accaduto, anche perché non ho mai ricevuto critiche sul mio operato. Al sindaco auguro di dare risposte concrete a questa città”. E’ lo sfogo di Sandra Santavenere, uno dei tre assessori ‘cacciati’ dal sindaco Marco Alessandrini nell’ambito del rimpasto di giunta finalizzato all’avvio della ‘fase 2’ dell’amministrazione comunale.
Stamani conferenza stampa della Santavenere. Presente tra gli altri l’assessore regionale Donato Di Matteo, che ha parlato di “ingiustizia: se si lascia un assessore esterno, senza avere alcuna prova delle sue qualità, e si toglie una persona che ha lavorato bene e che ha preso 1.100 voti – ha detto Di Matteo – questa è un’ingiustizia e basta”.
“Chi è stato scelto dai cittadini, con molti voti – ha ripreso Santavenere, che era stata eletta con 1.043 preferenze – non ha avuto nessuna tutela da parte di chi avrebbe dovuto. Il mio modus operandi è quello di condividere sempre, ma è un modus operandi che non appartiene a tutti”.
L’ormai ex assessore ha poi ricordato alcuni dei risultati ottenuti durante il suo incarico, già illustrati anche al sindaco in un accurato dossier: dai matrimoni in spiaggia, “che hanno fatto parlare di Pescara a livello nazionale”, alla creazione del Centro recupero tartarughe, “risultato dell’unico finanziamento europeo che questa amministrazione si è aggiudicata”, dal personale, “grazie a sinergie e convenzioni, in mancanza di risorse, molte persone hanno collaborato col Comune”, all’edilizia, settore in cui “è stato ridotto il contenzioso e sono aumentati gli incassi”.
“Continuerò a fare politica e continuerò con il mio impegno nel sociale. Chiunque avrà bisogno di me – ha concluso Sandra Santavenere – avrà ascolto e supporto”.