Guardiagrele, centrale a biomassa in zona Piano Venna?

centrale_biomassaGuardiagrele. “Abituati ormai ad avere di fronte una maggioranza di centrodestra che nicchia o si trincera di fronte al silenzio quando si tratta di problemi seri che non sa o non vuole affrontare, ed essendo cadute nel vuoto le nostre molteplici richieste in cui chiedevamo la convocazione della Commissione assetto del territorio, il nostro gruppo consiliare ha predisposto un ordine del giorno da presentare in consiglio comunale in cui si chiede di impegnare il sindaco Sandro Salvi a promuovere tutte le iniziative volte a garantire il rispetto del principio di precauzione per quanto riguarda l’installazione di un impianto a biomassa in zona Piano Venna”. Lo ha scritto in una nota il Gruppo consiliare d’opposizione Guardiagrele il bene in comune per dicutere insieme ai cittadini dell’opportuntà di realizzare una centrale a biomassa a Guardiagrele, ribadendo il proprio parere favorevole alla fonte alternative di energia.

I dubbi dell’opposizione riguardano il fabbisogno energetico del Comune teatino e i vantaggi di un impianto a biomassa: “Guardiagrele ha davvero bisogno di 1 megawatt? E se la nostra città non ne necessita e questa verrà venduta, chi ne guadagnerà? Ci chiediamo poi, che fine abbia fatto il progetto di un impianto fotovoltaico su cui stava investendo la passata amministrazione? Perché non proseguire su questa strada? Ma ciò che ci rende più perplessi è la produzione di fumi, di gas e di polveri che la centrale a biomasse produrrà. E in un momento come questo, in cui ci accingiamo ad andare a  votare per il referendum sull’acqua pubblica, qualcuno può dirci dove questa verrà attinta per far funzionare l’impianto della Renovo che, sappiamo, sta proponendo lo stesso tipo di impianto industriale anche in altri comuni della nostra provincia? E ci dicano anche da dove verrà presa la materia combustibile. Nel progetto si legge che ad alimentare la centrale saranno le vinacce reperite localmente, cippato di legno proveniente da potature locali e da manutenzione boschive, cippato di legno da imballaggio post consumo, scarti della lavorazione dell’industria del legno. Ma sappiamo bene che a Guardiagrele di tutto questo c’è poca o niente traccia e che la vicina Pretoro utilizza questi scarti per soddisfare le esigenze di riscaldamento delle abitazioni. Si dovrà comprare questo materiala fuori? E con quali vantaggi/svantaggi economici ed anche ambientali? Non ci convince, anzi, ci trova poi contrari la proposta del consigliere regionale di Sel Caramanico che suggerisce di sopperire alla mancanza di materia prima facendo uso di legnatico presente sui terreni di uso civico nella disponibilità del comune. Cosa intende dire il consigliere, che i cittadini dovranno pagare l’affitto di terre sì gravate da uso civico ma coltivate da loro da generazioni e che contribuiscono a tenere pulite, in cui hanno piantato alberi da decenni e che vengono utilizzati dalle famiglie per consumo domestico durante la stagione fredda? Cosa intende il Consigliere Caramanico con legnatico, il taglio di arbusti che impiegano un tempo lunghissimo per diventare utilizzabili? E se così fosse, in questo momento di mutamenti climatici in cui, come in questo periodo, si susseguono settimane di piogge torrenziali, è saggio fare incetta di alberi, gli unici che possono evitare frane e dissesti idrogeologici? Il consigliere però, come il centrodestra, dimentica il fattore più importante: la salute dei cittadini su cui, crediamo, si debba discutere più a lungo e più approfonditamente che per il tempo di un convegno. In più sappiamo che l’allora assessore regionale Caramanico aveva fatto realizzare uno studio proprio sull’opportunità di realizzare un simile impianto sul nostro territorio, e l’esito era stato negativo. Perché ora ha cambiato idea?”
E per chi parla di “opportunità per l’occupazione”, probabilmente i posti di lavoro saranno 2, massimo 4, come previsto dal progetto.

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