L’Aquila, convenzione Università-Asl Teramo: Cialente chiede la sospensione

massimo_cialenteL’Aquila. Il sindaco de L’Aquila Massimo Cialente ha convocato per il prossimo 22 aprile, alle ore 9 nella sede comunale di Villa Gioia, il comitato ristretto dei sindaci del comprensorio, per discutere dell’atto aziendale dell’Asl dell’Aquila, Avezzano e Sulmona, finalizzato alla distribuzione dei reparti ospedalieri, e sui rapporti tra la stessa Asl e l’Università.

Un incontro indispensabile, secondo il primo cittadino, considerate le “gravissime situazioni che si sono verificate negli ultimi giorni e che sono sfociate in aperte polemiche, a livello regionale e aquilano, fra politici, dirigenza delle Asl de L’Aquila e di Teramo e Università”.

“Quanto accaduto” aggiunge Cialente “è il frutto delle nuove convenzioni fra l’ateneo aquilano e l’azienda sanitaria di Teramo, che ha determinato una confusione notevole e il risveglio di inutili campanilismi, e che va sospesa con effetto immediato, in attesa dei necessari chiarimenti e dell’emanazione degli atti aziendali, propedeutici per un rinnovo delle convenzioni. In questo senso si è disattesa anche una precisa indicazione del Consiglio comunale e del sottoscritto, che hanno chiesto di conoscere i criteri preliminari delle scelte da adottare e non possono ora trovarsi di fronte a decisioni già prese, senza poter comprenderne il perché. Ed è inutile, ingiusto e, peggio ancora, strumentale che il centro destra chieda le dimissioni del Rettore dell’Università e della preside della facoltà di Medicina, che hanno compiti ben precisi nella gestione dei docenti e visto che determinate scelte sono state adottate con incoerenza e leggerezza dai vertici politici regionali”.

Cialente ha espresso “profonda preoccupazione” per il momento che sta vivendo la sanità regionale e quella aquilana in particolare. “Mi spiace dover rilevare che l’iniziativa assunta dall’Asl di Teramo e dalla facoltà di Medicina della nostra Università è caduta in un momento sbagliato e appare incomprensibile. Infatti, proprio durante questa settimana, il commissario per la sanità, Gianni Chiodi, e il vice commissario, Giovanna Baraldi, devono fissare le linee guida per la riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera, a partire dalla distribuzione delle unità operative complesse. Strutture dalle quali dipendono l’efficacia e l’efficienza della gestione della salute degli abruzzesi nei prossimi decenni. Un appuntamento decisivo per l’Asl dell’Aquila, Avezzano e Sulmona, che è strettamente legata alla facoltà di Medicina della nostra università”.

Secondo il sindaco aquilano, “il presidente Chiodi sa perfettamente che la riorganizzazione della rete ospedaliera è uno dei passaggi più difficili con cui si misura la classe dirigente abruzzese, per evitare campanilismi, tensioni, errori e prese di posizioni allucinanti, come quelle di un sindacato di Teramo, che ha proposto di istituire in quella città dei veri e propri doppioni di corsi universitari presenti all’Aquila, che avrebbero, quale unico risultato, il depauperamento della facoltà di Medicina. Quanto successo tra l’Asl di Teramo e la facoltà di Medicina dell’università aquilana, in un momento in cui le nuove convenzioni si possono redigere solo alla luce degli atti aziendali, pone dei pesanti interrogativi sulla serietà con cui la Regione Abruzzo vuole procedere. La sospensione di tale intesa è, dunque, fondamentale, per fare sì che il commissario e il vice commissario per la sanità della nostra regione, il rettore e la preside della facoltà di Medicina dell’ateneo del capoluogo, i direttori delle Asl dell’Aquila e di Teramo e il sindaco dell’Aquila possano incontrarsi e discutere con serenità su prospettive reali, concrete e soprattutto non penalizzanti per comparti così delicato, quali quelli della sanità e della nostra Università. Non è questione di campanilismo, ma è in gioco l’idea che si ha dell’intero sistema sanitario pubblico e il significato di città universitaria”.

Cialente invitato, infine, il presidente Chiodi “a riflettere sulla circostanza che, a volte, i suoi atti, o quelli dei suoi più stretti collaboratori, provocano gravi tensioni in una città che, a stento, cerca di uscire da situazioni gravissime. Non vorrei dovergli ricordare che, dopo la drammatica notte del 5 maggio 2009, a un mese dalla tragedia, quando un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri prevedeva il completo svuotamento dell’Aquila dei suoi uffici più importanti, lo stesso Presidente Berlusconi cancellò quel provvedimento, sottolineando che al capoluogo d’Abruzzo non sarebbe stato tolto nulla e che, al contrario, sarebbero state assegnate altre importanti sedi”.

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