Obiettivo della manifestazione è la protesta contro la situazione che al giorno d’oggi accomuna moltissimi giovani, che fanno difficoltà a inserirsi in ambito lavorativo.
“Per chi fa politica e riveste ruoli amministrativi” spiegano in merito i due politici “è frustrante scontrarsi con le difficoltà che crescono di giorno in giorno, mentre si lavora per creare le condizioni necessarie ad aumentare l occupazione. Quotidianamente ragazze e ragazzi, con energia, titoli, capacità e passione provano a trovare una strada per il lavoro ma si scontrano con muri di ogni genere e dimensione, e si inizia a comprendere che anche la classica raccomandazione è ormai superata. Gli attuali governi, nazionale e regionale (ed anche comunale – sic! -), hanno pubblicizzato in campagna elettorale la volontà di favorire la crescita del lavoro, premiando il merito, ma questo indirizzo è rimasto soltanto un’ illusione. Da parte di chi cerca lavoro, bisogna però cambiare marcia ed entrare nell’ ottica che le famiglie, che permettono oggi ai giovani dai 20 ai 40 anni di vivere tranquillamente, non avranno più, tra pochi anni, la possibilità di agire da ammortizzatori sociali. Che ne sarà di noi?”.
Nella giornata di domani, sabato 9 aprile, si svolgerà pertanto in tutta Italia una manifestazione per sensibilizzare ognuno sulla precarietà attuale. I giovani tornano in piazza, nelle grandi metropoli come nei piccoli centri. Sarà un evento, lanciato dalla rete “il nostro tempo è adesso” , per far aprire gli occhi sulla questione giovanile, per reclamare maggiore attenzione e qualche azione concreta.
Anche i giovani dell’Italia dei Valori Abruzzo parteciperanno alla manifestazione di protesta. Lo fa sapere Giampiero Riccardo, coordinatore regionale giovani IDV, che aggiunge: “Ci mobiliteremo per combattere il dramma del precariato, incentivato dalla macelleria sociale portata avanti dalla trimurti Tremonti-Sacconi-Gelmini. Il governo, infatti, non ha fatto nulla per evitare l’emergenza occupazionale che attanaglia il Paese: l’80% dei giovani vive in una condizione lavorativa drammatica, i tagli alla scuola e alla ricerca hanno bruciato 100 mila posti in due anni, distruggendo il futuro di docenti e ricercatori e il diritto allo studio di intere generazioni”. ?