Pescara. Sarebbe stato il prezioso consulente d’immagine, Giordano Bruni Guerri, a far ravvedere i gusti artistici del sindaco Luigi Albore Mascia circa il nipponico autore del Calice dell’accoglienza, Toyo Ito. Il calice rotto di piazza Salotto non verrà più eliminato, quindi, bensì affiancato da una corrispettiva scultura futuristica ispirata alla gastronomia tipica locale.
Cosa c’è di meglio per accompagnare un bel calice di vino che un bel piatto di cozze e vongole? Albore Mascia fa marcia indietro su Toyo Ito. Se fino a ieri bistrattava con giudizi critici l’opera del designer giapponese, voluta fortemente dall’ex primo cittadino Luciano D’Alfonso, da anni spaccata e incerottata nel bel mezzo di piazza Salotto, oggi si pronuncia clamorosamente in direzione opposta. Il Calice dell’accoglienza, questo il nome dell’opera che vuole richiamare l’ospitalità morale di Pescara e dei pescaresi attraverso il liquido rosso al suo intero che richiama il buon vino rosso delle nostre terre, è da tempo al centro delle discordie di maggioranza e opposizione. Mascia proprio non lo vuole e cerca in tutti i modi di spazzare i cocci rotti del calice dalla piazza principale della città
Fin quando non è arrivato il consulente d’immagine Giordano Bruno Guerri a far rinsavire il suo gusto artistico. E la geniale idea partorita dallo esperto di storia made in Vittoriale è questa: “Da bere c’è; orsù mettiam accanto al desco una cotanto appetibile libagione autoctona quale che sia da emblema gioviale e corroborante per Pescara, già Castellammare, così come tanto piacere ne traeva il Vate dalle proprie terre e dalle proprie acque natie, che fiero e col cor pien d’orgoglio tricolore esportò dalle Alpi alle Piramidi: nù bell piatte di cozz’ e vongole”, ha dichiarato Guerri mostrando di essersi ben presto radicato nella dialettica locale. A molti potrebbe apparire come uno scherzo da 1 aprile, ma l’opera di convincimento di Guerri sta portando il sindaco ad approntare l’iter, con tanto di stralcio in bilancio di un capitolo finanziario ad hoc, per la immediata riparazione del Calice, al quale affiancare una circolare installazione permanente che ricorderebbe proprio il tipico piatto marinaresco a base di mitili; Mascia avrebbe già contattato telefonicamente nella notte Ito, impegnandosi anche ad imparare rispettosissime frasi giapponesi per recuperare dagli screzi di mesi.
Toyo Ito, quasi commosso dalla telefonata di Mascia, avrebbe già anticipato la particolarità principale della circolare installazione permanente che verrà collocata sotto lo storico elefante di pietra: una tecnologia avanzatissima che farebbe uscire del fumo dal piatto in modo perenne, a simulare il piatto sempre pronto da servire ai turisti. L’elefante dichiara: “Ho già l’acquolina nella proboscide”.
Daniele Galli