Una palazzina risalente alla metà dell’800, dapprima caffè situato al pian terreno della Casa comunale di Castellammare, adottata poi come circolo frequentato dall’elite culturale e notabile della città e sfondo di alcune novelle del Vate. Luogo, già allora, di fermento politico: dal balcone su piazza Garibaldi si affaccio lo stesso D’Annunzio il 22 agosti 1897 per pronunciare il ‘discorso della siepe’, e più in là lo imitarono gli interventisti all’alba dell’entrata italiana in guerra nel ’15, e il Benito Mussolini nel 1923 al di sopra dell’adunata della Settimana Abruzzese, quando il circolo era già diventata per gli uomini d’affari una “bisca clandestina”, come riportava nei suoi scritti l’artista chietino Valentino Mirra. Il bombardamento anglo-americano del 1943 distrusse quasi totalmente la parte di proprietà comunale, un quinto, mentre i restanti 4/5 passarono in mano ad una gioielleria al momento della costruzione del ponte.
Un ampio salto fino al 2007, quando la Giunta D’Alfonso sottoscrisse l’acquisto dell’intero stabile per 272mila euro, appaltando i lavori e riacquisendo l’edificio ristrutturato e collaudato tra marzo e luglio 2009 spendendo altre 300mila euro per le opere murarie. Nel mezzo, Luigi Albore Mascia, oggi sindaco ma all’epoca consigliere d’opposizione già in campagna elettorale (di lì a poco le elezioni, mentre Luciano D’Alfonso era già stato sostituito dal vice, Camillo D’Angelo, dopo le note vicende giudiziarie). Il 2 maggio di quell’anno Mascia improvvisò un’inaugurazione, con tanto di hostess, del Circolo Aternino per denunciare la ristrutturazione della palazzina senza la conseguente apertura al pubblico: “Un edificio che di fatto è ancora un cantiere: mancano tutte le suppellettili intere, sedie, tavoli, l’arredamento minimo per rendere fruibile la struttura”. Parole, queste, ricordate oggi dal gruppo consiliare del Pd: Moreno Di Pietrantonio, Camillo D’Angelo, Paola Marchegiani, Marco Alessandrini e Antonio Blasioli hanno convocato la stampa stamattina in piazza Garibaldi per sottolineare come “a distanza di due anni, Mascia è sindaco ma la situazione che egli stesso denunciava è ancora la stessa”.
Le vetrine impolverate, tra un volantino e l’altro appiccicato, lasciano intravedere le stanze totalmente vuote, mentre i “vicini di casa” denunciano le caditoie dell’acqua piovana completamente otturate, quindi all’interno si rischia di trovare infiltrazioni d’umidità. “Un danno economico per la ristrutturazione che viene ammalorata dal tempo che passa”, sottolinea Di Pietrantonio. Dopo le proteste: “Tanta fretta per nulla per Mascia: non un’idea sulla gestione di questo luogo a due anni di distanza”, le proposte: “Questo è sempre stato un centro di aggregazione per il centro storico di Pescara”, afferma Paola Marchegiani, “ora, usando questi locali per espandere il Museo delle Genti d’Abruzzo, si potrebbe creare, recuperando anche l’abbandonato teatro Michetti, un polo culturale e con la collaborazione di associazioni volontarie, si potrebbe gestire un centro studi d’eccellenza sui dialetti”.
La replica dell’assessore alla Cultura, Elena Seller. “Il Circolo Aternino di corso Manthonè, ricevuto in eredità dal Pd, è una scatola vuota, priva di certificazioni, alla quale la nostra amministrazione comunale darà un’anima. Per la prossima settimana è già stata convocata una riunione per attivare una collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo e con l’Università per insediarvi una realtà culturale di pregio, che non contempla la pur apprezzabile collezione di studi di dialettologia della Fondazione ‘Giammarco’. Purtroppo i mesi trascorsi sono stati necessari per chiudere quei conti e per ottenere quelle certificazioni di agibilità che, come nel caso del teatro Michetti, la passata amministrazione non si è minimamente preoccupata di produrre, pur avendo inaugurato ufficialmente il manufatto pochi giorni prima delle elezioni amministrative del 2009. E’ evidente che il Pd farebbe bene a fare un po’ di sana autocritica per una gestione del nostro patrimonio culturale, inteso anche in termini strutturali, assolutamente deludente nei sei anni trascorsi al governo della città: hanno trascorso il proprio tempo a declamare le doti del Teatro Michetti e ci hanno lasciato una ‘scatola’ vuota priva di agibilità; hanno elevato lodi al Circolo Aternino e ci hanno ugualmente lasciato un contenitore inutilizzabile al quale ora daremo un’anima. Lo dimostrano le date: la passata amministrazione ha inaugurato la struttura pochi giorni prima delle elezioni, ma in realtà ha inaugurato un cantiere visto che i lavori sono stati ultimati il primo giugno 2009, ma i certificati di regolare esecuzione dei lavori sono stati depositati solo il 4 settembre 2009 e la riconsegna ufficiale del cantiere è avvenuta addirittura il 5 febbraio 2010, con l’accatastamento giunto a fine anno. Oggi stiamo ancora risolvendo il problema delle agibilità dei locali, ma nel frattempo è già stata convocata per la prossima settimana una riunione con il Museo delle Genti d’Abruzzo e con l’Università per attivare una collaborazione e individuare la finalità culturale di pregio da attribuire alla struttura, finalità che non contemplerà il Centro studi dei dialetti”.
Daniele Galli