Il natante per tutta la mattina ha costeggiato la spiaggia pescarese senza timore di superare il limite acque sicure.
‘C’è voluta davvero? #?laforzadidireNO? per pedalare sotto il sole! Ma quando la democrazia è in pericolo non ci si può fermare neanche a Ferragosto. Non abbiamo i grandi mezzi e le risorse finanziarie a disposizione del SI’ ma contiamo sulla fantasia e la passione civile.
Il #?pedaNO? è un modo per dire che ogni cittadino o gruppo di cittadini può inventarsi un modo economico ed ecologico per diffondere il proprio NO’, si legge nella nota del Coordinamento.
‘La #?Resistenza? si può fare anche in pedalò (dopo tutto Pazienza non voleva farla in vespa?). In realtà volevamo affittare un aereo ma costa troppo e notoriamente i banchieri sono schierati per il SI’. La Costituzione come l’acqua, i fiumi, il mare è un bene comune.
Se i cittadini non si prendono cura dei beni comuni succede che ci ritroviamo la democrazia e l’acqua inquinate.
Quando il governo, il partito che controlla gran parte di comuni, province e regioni insieme a petrolieri, banche, finanza internazionale e Confindustria sostengono lo stravolgimento della Costituzione è bene che cittadine e cittadini si diano da fare per difenderla.
Abbiamo portato il NO in mare anche per ricordare che il governo in questi anni ha approvato leggi a favore dei petrolieri, degli inquinatori e dei cementificatori sempre volte di fatto ad aggirare e neutralizzare i principi fondamentali della Costituzione. Oggi chiedono di votare SI’ ma pochi mesi fa hanno invitato i cittadini all’astensione quando si trattava di difendere il nostro mare col referendum’, evidenziano ancora.
‘Ricordiamo che tra le modifiche della Costituzione ci sono anche quelle volte a sottrarre ogni possibilità per i cittadini di fare pressione su Regione e enti locali per la difesa del proprio territorio: vogliono che le mobilitazioni dal basso non possano più condizionare le scelte al servizio delle lobbies dell’energia. L’Abruzzo che ha detto NO Ombrina e al Centro Oli non può che schierarsi per il NO.
Abbiamo il NO in acqua per ricordare che questo governo invece di applicare quanto deciso dai cittadini con il referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a lasciare servizi idrici e depurazione nelle mani di società per azioni e marcia verso la definitiva privatizzazione. Gli esponenti politici locali responsabili del pessimo stato dei nostri fiumi e del nostro mare sono anche quelli che invitano a votare Si. Un mare di NO dunque per la democrazia ma anche per l’ambiente’, conclude il Coordinamento.