Una vera e propria spedizione nella Capitale, necessaria dopo le indiscrezioni trapelate ieri sul testo del decreto all’esame del Consiglio dei Ministri. Il testo integrale non è ancora disponibile, ma le prime indiscrezioni riferiscono che il tanto atteso rinvio nella restituzione delle tasse sospese per i terremotati dell’Aquila non sarebbe previsto nel ”Milleproroghe”, appunto, ultima speranza di fiscalità’ agevolata per il territorio colpito dal sisma. Se le voci dovessero essere confermate, dal primo gennaio 2011, gli aquilani torneranno a pagare le tasse, oltre a dover restituire quelle pregresse. Eventualità, questa, che farebbe schizzare L’Aquila al vertice delle città italiane più tartassate in assoluto. Il tutto accompagnato da un’economia in ginocchio.
“C’è piena disponibilità da parte del governo ad affrontare il problema tasse, ma la soluzione non è affatto scontata” ha detto Chiodi. “La giornata è ancora lunga e contiamo di avere qualche risposta in più nel corso delle prossime ore”.
Conti su conti nelle tasche dei terremotati. Intanto, a qualche centinaio di chilometri di distanza, la conferenza dei Capigruppo del Consiglio comunale dell’Aquila ha deciso di proclamare la mobilitazione cittadina, per protesta contro la mancata proroga della restituzione delle tasse sospese dopo il terremoto del 6 aprile dello scorso anno, non inserita al momento nel decreto “Milleproroghe”. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti, precisando di aver convocato la conferenza dei Capigruppo oggi, alle 17, nella tensostruttura di piazza Duomo, in occasione dell’assemblea cittadina. “In accordo con il sindaco Massimo Cialente e il presidente della Regione Gianni Chiodi, sarà il Consiglio comunale a chiamare a raccolta tutte le categorie degli aquilani, per avviare la mobilitazione contro questo atroce torto fatto nei confronti dell’Aquila. Avremo accanto i comitati cittadini che si sono costituiti dopo il sisma e che combattono legittimamente per il rispetto dei diritti degli aquilani e dei cittadini dei comuni del cratere. Insieme pianificheremo tutte le forme di protesta per una presa in giro vergognosa e contro le promesse ‘da marinaio’ che abbiamo ricevute e che ieri, in Consiglio dei ministri, sono state sconfessate. Il comportamento assunto dal Governo ridurrà sul lastrico aziende e famiglie. I terremotati aquilani, persone che hanno perso affetti, case e lavoro, saranno i cittadini italiani che pagheranno più tasse in assoluto. Faremo di tutto, con il sostegno di tutto il capoluogo e dell’intero cratere, per far valere le nostre ragioni, legittime oltre che umane”.
Lo sdegno delle Associazioni. “Confindustria, CGIL, CISL e UIL d’Abruzzo non possono che esprimere totale sdegno e incredulita’ per la mancata previsione nel ‘decreto mille proroghe’ di qualsiasi misura riguardante la proroga della restituzione delle tasse per L’Aquila e i territori abruzzesi colpiti dal sisma dell’aprile 2009″. E’ quantro scrivono le organizzazioni in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Berlusconi, al sottosegretario Letta e al presidente della Regione Abruzzo Chiodi. La mancata previsione di un provvedimento tanto atteso e tanto importante per quei territori” si legge nella lettera “mette a dura prova la credibilità’ del Governo Italiano e del suo Presidente che sulla questione tasse in più occasioni avevano assicurato, anche pubblicamente, un trattamento quanto meno simile a quello concesso ad altri territori, come quelli dell’Umbria e delle Marche, colpiti piu’ recentemente da un evento tellurico. Ciò, purtroppo, nonostante il meritorio impegno dimostrato nella gestione della fase dell’emergenza. La superficialità con cui è’ stata trattata la questione inficia anche la credibilita’ del Presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione che, evidentemente, nonostante la sintonia politica con l’attuale compagine governativa, non riesce ad esprimere la necessaria autorevolezza e incisività nel rappresentare le esigenze e i giusti interessi di una importante porzione di territorio abruzzese cosi’ duramente colpita e cosi’ gravemente in sofferenza. Quella di L’Aquila e di tutto il cratere sismico è una questione che va risolta e chiusa subito, in modo rispondente ad un Paese moderno e civile e, invece, trova continui ostacoli e ritardi ingiustificati, gravi e sinceramente incomprensibili, come, ad esempio, sta accadendo per la concreta attivazione della promessa – e addirittura gia’ deliberata dal CIPE- Zona Franca Urbana di L’Aquila. Nel momento in cui in Abruzzo, anche grazie alla spinta propulsiva delle scriventi Organizzazioni, si e’ dato pieno sostegno al Governo regionale per una azione congiunta volta ad aprire un confronto con il Governo nazionale per la soluzione dei gravi problemi che affliggono la Regione, il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, e’ quindi chiamato ad intervenire decisamente nel farsi portavoce della parte di Abruzzo attualmente piu’ in difficolta’, facendosi carico delle relative istanze fino, se necessario, alle estreme conseguenze. Allo stesso modo si chiede al Governo Italiano, al Suo autorevole Premier, nonche’ allo stimato e abruzzese Sottosegretario Gianni Letta, di rimediare senza incertezze e in temi rapidissimi alla grave mancanza determinatasi con il ‘Decreto mille proroghe’ sulla questione del rinvio della restituzione delle tasse in Abruzzo, e dei relativi tempi e modi. Nel sottolineare l’importanza della questione e la drammaticita’ della situazione di un Citta’ capoluogo di regione e di un intero comprensorio colpito da una catastrofe naturale che in Italia non trova paragoni negli ultimi 100 anni, siamo certi che le SS.VV. vorranno dare rapida e giusta soluzione alla questione”.
Il commento del capogruppo comunale Luigi D’Eramo e del segretario provinciale Pierluigi Cosenza, La Destra. “La mancata proroga del pagamento delle tasse sarà un secondo terremoto per la Città di L’Aquila. Migliaia saranno i cittadini che andranno incontro a fortissimi disagi economici a cui non potranno fare fronte. Oggi gli aquilani vanno aiutati senza indugio al fine di risollevare l’economia locale ed evitare tensioni e scontri. La Destra conferma oggi, così come ieri, che gli schieramenti politici devono essere abbattuti se in gioco ci sono i destini e gli interessi del popolo aquilano”.
Cna: “Le parole non bastano più”. “Sostegno alla missione romana del presidente della Regione Gianni Chiodi e del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ed al loro tentativo di ottenere quanto dovuto”. Arriva dalla Cna regionale, che contesta la decisione del governo Berlusconi di non inserire, nel cosiddetto “decreto Milleproroghe” varato ieri dal Consiglio dei ministri, la proroga del pagamento delle tasse per imprese e cittadini aquilani, che dal 1 gennaio prossimo, a meno di interventi in extremis, si vedranno costretti a pagare tutti gli arretrati delle varie imposte, sospese all’indomani del sisma del 6 aprile 2009.
“Promessa solennemente in tutti gli appuntamenti ufficiali degli ultimi mesi, annunciata a reti unificate nel corso di pubbliche parate, slittata di settimana in settimana, alla fine la decisione sembra essere stata archiviata dal governo Berlusconi” afferma la nota della Cna abruzzese, che parla “di una beffa atroce e crudele, ma soprattutto di una pagina buia nel rapporto tra lo Stato e i propri cittadini, tanto più perché si tratta di una comunità duramente colpita da un disastro naturale con pochi precedenti. Con tutte le altre associazione d’impresa e con le istituzioni locali – prosegue la nota dell’associazione presieduta da Italo Lupo – avevamo chiesto di parificare il trattamento riservato ai cittadini e alle imprese inseriti nel cosiddetto “cratere” del terremoto a quanto concesso, in analoghe circostanze, agli abitanti di altre regioni italiane. Nulla di più, nulla di meno: ma così non è stato. Evidentemente, le ragioni degli abruzzesi non hanno trovato accoglimento in un provvedimento che tradizionalmente accoglie le cose più impensabili, forse perché considerati cittadini di serie b. Adesso – conclude la nota – la parola passa ai fatti. Chi può, agisca in fretta: pena la perdita di qualunque credibilità verso la città, verso gli aquilani e verso tutti gli abruzzesi che sostengono le ragioni della sua rinascita.