Nel corso della scuola, aperta giovedì con l’intervento di Massimo D’Alema, si è parlato del mondo del lavoro e dell’economia al tempo della crisi mondiale.
“Questa scuola politica” dichiara Marco Rapino, segretario regionale dei Giovani Democratici Abruzzo “segnala l’importanza di costruire una classe dirigente capace di misurarsi con le emergenze del nostro tempo quali il lavoro e la drammatica crisi, ancor più nella nostra regione, dove non ci sono opportunità, non c’è accesso né al lavoro né al sapere e dove la sfida sarà il fare rete tra i soggetti regionali e le regioni limitrofe”.
“Il messaggio che vogliamo dare” continua Stefano Albano segretario provinciale dei Giovani Democratici Aquilani “è che l’Aquila è una grandissima battaglia nazionale. Questo è il motivo per cui la sede della scuola non è stata una scelta casuale. Per noi è stato entusiasmante accogliere 200 giovani democratici da tutta Italia nella nostra città. Abbiamo fatti firmare loro la proposta di legge di iniziativa popolare sulla ricostruzione, ad alcuni di loro abbiamo mostrato la zona rossa, cercando di far comprendere loro la reale situazione cittadina, così da poterla raccontare una volta tornati nei loro territori. Come Giovani Democratici d’Italia, dobbiamo sconfiggere il modello culturale berlusconiano che vuole l’Aquila come miracolo italiano e gli aquilani come un popolo di ingrati”.