Pescara. Un elettrodotto che sembrava inarrestabile fino a poche ore fa, il percorso che dal Montenegro dovrebbe sfociare in quel di Gissi, nella patria dello “Zio Remo”, sembra però aver subito una violenta sferzata e a dargliela non è stato di certo il potente onorevole. Il consiglio comunale straordinario, riunitosi questo pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Pescara, alle 19.00 in punto ha decretato lo stop delle procedure per la realizzazione del cavo che dovrebbe trasportare energia elettrica da Tivat in Abruzzo, passando per il capoluogo adriatico.
L’aula ha approvato un ordine del giorno presentato dal centrosinistra, che ha letteralmente schiacciato la maggioranza: 17 sì e 13 no, ad astenersi solo il capogruppo dell’Udc, Vincenzo Dogali. Hanno votato a favore Pd, Idv, Sinistra, la lista Città ponte (federata con l’Udc), Lista Teodoro e la finiana Adele Caroli. Stando ai fatti, la maggioranza si è presentata dunque con la classica divisione interna che l’accompagna ormai da tempo. Polemiche e disguidi dell’ultima ora non sono di certo mancati, l’acceso dibattito è durato oltre tre ore, portando persino gli altri due consiglieri di Futuro e libertà, Nico Lerri e Livio Marinucci, ad optare per l’abbandono dell’aula.
Inutile il tentativo di rilancio del capogruppo comunale Pdl, Lorenzo Sospiri, che commentando l’esito ha cercato in tutti i modi di riprendere in mano i giochi, ormai fatti. “Il Consiglio comunale odierno ha espresso una richiesta di approfondimento del progetto del cavidotto Terna approvando un ordine del giorno che non è sicuramente vincolante, – ha sottolineato Sospiri – ma di cui terremo conto, nei limiti di quanto consentito dalla legge e considerando che quel progetto è di interesse nazionale, un progetto che pure abbiamo reso compatibile con il territorio. In altre parole l’amministrazione comunale di Pescara si atterrà a ciò che è previsto dalla legge”. E la legge per il momento decreta il time out.
I gruppi consiliari si sono passati la parola, a parlare è stato anche il Presidente del comitato “Nessuno tocchi il nostro futuro”, Lorenzo Valloreja, che ha posto l’accento sulle incongruenze del progetto in discussione, sui numerosi interrogativi riguardo l’inchiesta giudiziaria e sulle implicazioni che tale opera potrebbe avere sul territorio. “Avevo detto che Mascia sul cavo sarebbe caduto, e questo è il risultato di una politica cieca ed arrogante che non vuole confrontarsi con le esigenze di un territorio, – ha dichiarato Valloreja.- Finalmente il Consiglio è tornato sovrano, unendo in un unico fronte il Centro Sinistra, FLI, Lista Teodoro e La Destra, così come tutti gli altri uomini liberi e di buona volontà che non possono e non vogliono cedere ai dictat imposti dall’alto”.
“Questa amministrazione non ha più la maggioranza e, con quello che è accaduto oggi in Consiglio, si è aperta ufficialmente la crisi in Comune”, così Stefano Casciano, segretario cittadino Pd, ha etichettato lo stop ai lavori Terna.
Anche Alessandro Baldati, segretario provinciale de “La Destra”, ha espresso tutto il suo dissenso in merito: “sono contento che il buon senso abbia prevalso, la salute dei cittadini non ha prezzo, ed il fatto che quest’opera debba passare in un agglomerato urbano così importante mi ha sempre destato delle perplessità. Ribadisco che non abbiamo bisogno di quest’opera”. Una politica che per una volta non ha guardato in faccia a colori, ma ha pensato solo al benessere dei cittadini.
Monica Coletti