Pescara. Fu un generale che si sentiva come un dio che tra l’11 e il 15 luglio del 1995 a Srebrenica, in Bosnia, uccise a sangue freddo più di 8mila musulmani. Quarantamila persone furono deportate, centinaia di donne vennero sistematicamente violentate: nella disattenzione di una calda estate di vacanze si consumò il peggiore massacro in Europa dalla seconda guerra mondiale, in una città che l’Onu aveva dichiarato “area protetta”. E a quindi lunghi anni di distanza anche Pescara vuole raccontare questo terribile genocidio ai propri giovani, per renderli cittadini consapevoli di quanto è accaduto a due passi da casa nostra, sull’altra sponda dell’Adriatico.
Aiutare i ragazzi a comprendere e renderli partecipi della rinascita di un popolo al quale sono state sottratte intere generazioni, uccise in uno dei più gravi stermini di massa del dopoguerra. E’ quanto accadrà mercoledì prossimo, 15 dicembre, nel corso di un incontro con i ragazzi dell’Istituto Marconi e con gli universitari per ‘raccontare ‘Srebrenica’ attraverso la voce delle donne che hanno vissuto quella tragedia. Lo ha detto l’assessore alla Solidarietà Carla Panzino nel corso della conferenza stampa odierna convocata per tracciare un bilancio della conclusione del progetto Adopt Srebrenica e illustrare l’iniziativa in programma per giovedì prossimo. Presenti Edvige Ricci, coordinatrice del progetto, Massimo Luciani, Presidente dell’Aiccre, Pino Petraccia e Jeoff Warren, entrambi musicisti che hanno partecipato alla Settimana internazionale del progetto, e la responsabile dell’associazione Donne dei Vestini.
“Obiettivo dell’amministrazione comunale, che ha deciso di proseguire un progetto avviato dall’ex assessore Luciani – ha sottolineato l’assessore Panzino -, è quello di informare i giovani, renderli consapevoli di una tragedia che è accaduta a pochi chilometri da noi, l’eccidio di Srebrenica, con lo sterminio razziale di oltre 8mila esseri umani, tra cui bambini di 14 anni.” Ad incontrare gli studenti sarà Andrea Rizza, italo croato coordinatore del progetto per la Fondazione Alexander Langer, che racconterà l’ultima settimana internazionale nella città del genocidio bosniaco, settimana svoltasi lo scorso agosto, e poi Nina Delalic, studentessa bosniaca, fuggita con la madre dalla guerra, una ragazza di circa 25 anni che oggi vive a Guardiagrele. “Con Andrea e Nina – ha proseguito la Ricci – racconteremo la Srebrenica del 2010 e la soddisfazione di aver visto negli anni la maturazione di un gruppo interetnico di giovani che, contando su Adopt Srebrenica, sta formando il primo nucleo di classe dirigente della città. Quando quattro anni fa abbiamo iniziato il progetto, siamo partiti ‘per’ Srebrenica, poi negli anni siamo stati ‘in’ Srebrenica, oggi lavoriamo ‘con’ Srebrenica, che sta ricominciando a diventare protagonista”. Il primo incontro si svolgerà mercoledì a Pescara, alle 11 con gli studenti dell’Istituto ‘Marconi’; poi dalle 14.30 alle 16 toccherà agli studenti della Facoltà di Lingue, presso l’Aula del Dipartimento di Scienze Linguistiche e letterarie, e poi dalle 19 alle 22.30 presso il Circolo Overlook di via Marrucini. Giovedì 16 dicembre l’iniziativa proseguirà con due incontri, a Penne e a Caramanico, dove Ricca e Delalic incontreranno gli studenti.
Monica Coletti