La delegazione era accompagnata dal sindaco di Castiglione Messer Marino, Massimo Mastrangelo, che ha firmato il patto di gemellaggio con Balcarce.
“Per la Provincia” ha detto Di Giuseppantonio “è sempre un onore poter ospitare i concittadini che tornano nella propria terra dopo anni di duro lavoro all’estero, alla ricerca di una migliore condizione di vita. Il genio abruzzese ha sempre avuto grande capacità di fare fortuna all’estero: le caratteristiche della nostra gente hanno permesso a molti di migliorare la propria condizione sociale e di scalare le vette dello sport, della letteratura, della società. Non a caso la mia amministrazione ha creato l’assessorato dei Chietini nel mondo, per realizzare delle sinergie con tutti i cittadini della nostra provincia che sono emigrati ed hanno realizzato esperienze significative nella cultura, nella politica, nell’economia. È giusto, infatti, che i teatini emigrati riacquistino la dignità e l’orgoglio di appartenenza, divenendo veri protagonisti del futuro del nostro territorio al quale siamo pronti ad offrire la nostra saggezza, la nostra capacità ed il nostro impegno. Il rilancio dell’economia della nostra provincia può avvenire anche grazie ad un costante confronto con le esperienze effettuate dai nostri conterranei in altre nazioni”.
L’assessore Petrucci ha, poi, illustrato il servizio garantito dall’assessorato, rivolto ai connazionali residenti all’estero, che ha la funzione di favorire lo scambio culturale fra le comunità d’origine e di adozione con l’occhio attento alle giovani generazioni, per permettere lo sviluppo del turismo ed il perfezionamento del professioni nel campo del made in Italy.
“Nell’emigrazione” ha detto “è insito un forte spirito di ricerca e un desiderio di conoscenza, che ha portato i nostri connazionali a lasciare i Paesi d’origine sull’onda del bisogno, ma anche perché dotati di grande personalità e spiccato talento professionale. È come se fosse nei cromosomi degli italiani partire con coraggio e voglia di conoscere, per dare un grande contributo ai Paesi di accoglienza. I concittadini emigrati hanno lasciato un segno concreto di operosità e maestria, contribuendo al benessere della comunità di adozione con il proprio lavoro, e della comunità d’origine, con le loro rimesse economiche”.