Pescara. Questa mattina si è svolto un incontro per presentare una proposta definitivamente funzionante e coerente con le esigenze poste dal referendum sulla Grande Pescara,
convocato dal Presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso, al quale hanno preso parte il prof. Romano Orrù, docente di Diritto costituzionale italiano e comparato all’università di Teramo; Dino Pepe, assessore regionale; Andrea Catena, consigliere del Presidente; Giovanni Giardino, dirigente del Servizio legislativo del Consiglio regionale; Gianguido D’Alberto, responsabile dell’Ufficio di supporto alle procedure legislative; e Guido Dezio, direttore del Dipartimento amministrativo del Comune di Pescara.
Nel corso della riunione sono state esaminate varie ipotesi per una proposta di integrazione e cooperazione progressiva e rafforzata tra i Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore che dia seguito al referendum del 25 maggio 2014.
Il Presidente ha ribadito l’impegno a presentare entro la fine di gennaio una o più ipotesi da sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale.
MERCANTE: ‘Basta perdite di tempo, la legge è pronta e va approvata’
“Basta con le mistificazioni, con giustificazioni pretestuose che non hanno altro scopo se non quello di perdere tempo. La legge sulla Nuova Pescara è pronta da tempo ed attende solo di essere approvata”. Così il Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, primo firmatario della proposta di legge che dovrebbe portare alla nascita del nuovo Comune abruzzese ha replicato alle affermazioni di Camillo D’Alessandro.
“Qui non si tratta – ha spiegato Mercante – di fare un salto nel buio in quanto la nostra proposta di legge, come accaduto per tutti gli altri 41 casi di fusione di Comuni sino ad ora realizzati, contiene semplicemente norme di carattere tecnico che non hanno di certo il potere di far nascere, in un solo istante e calandolo dall’alto, il nuovo Comune, ma solo quello di dare avvio al processo che porterà, attraverso il dialogo tra le varie istituzioni, compresi i Sindaci di Pescara, Montesilvano e Spoltore, e gli opportuni aggiustamenti che la prassi applicativa rivelerà come necessari, ad individuare ed applicare le modalità più idonee per la fusione. Un processo destinato a durare parecchi mesi.
Riguardo, poi, all’impegno economico a carico della Regione non vi è nessun obbligo specifico, dato che la legge si limita a prevedere l’erogazione di un contributo in base alle disponibilità di bilancio. Questo vuol dire che sarà la Regione stessa a stabilire se e quanto concedere alla Nuova Pescara in base alle proprie possibilità.
Sull’altra questione, infine, della priorità nei finanziamenti e nella programmazione vorrei ricordare a D’Alessandro che dal 7 ottobre 2014, giorno in cui abbiamo depositato la proposta di legge, c’è sempre stata la nostra disponibilità ad un confronto, anche in sede di commissione consiliare, per migliorare ed aggiustare il dettato normativo.
Nessun problema, quindi, a stralciare o rettificare questa od altre disposizioni ove necessario per il bene dell’intera Regione e di tutti i cittadini abruzzesi. Porre, invece, l’accento sulla necessità di cambiamenti e non fare, poi, nulla per metterli in pratica o proporre un’ulteriore disegno di legge quando la legge già c’è e contiene tutto ciò che una legge sulla fusione di Comuni deve contenere, è solo un modo per perdere tempo o gettare fumo negli occhi ai cittadini.
Consiglio, pertanto, a questo Governo regionale di ascoltare le parole di un Sindaco della stessa corrente politica, Dario Nardella, che, a proposito della Grande Firenze, e con il pieno consenso dell’ANCI, ha evidenziato come rimanere ancora legati, nel terzo millennio, ai confini del 1800 sia solo un paradosso e come la creazione di un grande Comune tramite fusione permetterebbe di superare i localismi, contenere le spese e migliorare la qualità dei servizi per i cittadini.
Quello che conta – ha concluso Mercante – è il benessere degli abruzzesi e della nostra Regione. Che non si dica più che c’è bisogno di altro tempo per studiare e capire, ma piuttosto si rispetti la volontà popolare, mettendosi subito al lavoro, modificando quello che c’è da modificare, ed approvando la legge. Ogni altra dichiarazione è solo chiacchiera da bar o esercizio di retorica”.