Chieti. “Diciassette consigli provinciali all’interno dei quali sono stati discussi 29 ordini del giorno e 37 interrogazioni presentati dai gruppi di centro sinistra. Di questi, il gruppo del Partito Democratico ha proposto 17 mozioni e 33 interpellanze con risposta in aula. Il 90% degli argomenti trattati in consiglio provinciale è stato proposto dai gruppi di centro sinistra”.
Sono questi i tratti salienti dell’amministrazione provinciale guidata da Enrico Di Giuseppantonio, secondo il gruppo di minoranza del Pd.
Camillo D’Amico, Tommaso Coletti, Angelo Radica, Giuseppe Forte, Vincenzo Sputore, Enzo Tucci e Antonio Tamburrino tracciano un bilancio del primo anno di amministrazione, che si riassume in un inesorabile verdetto: “una Provincia assente”.
“Senza l’opposizione” scrivono “la massima assise istituzionale dell’ente avrebbe avuto ben poche ragioni per di riunirsi, confrontarsi e deliberare su argomenti importanti che riguardano i cittadini della Provincia di Chieti. All’assenza dell’azione amministrativa da parte della giunta si è aggiunta una palese incapacità d’iniziativa dei gruppi consiliari di maggioranza che, per colmare questa vistosa mancanza, hanno seguito la strada tracciata dal presidente Di Giuseppantonio cercando di sopperire al nulla con frequenti apparizioni sugli organi di stampa al solo intento di occupare ogni spazio disponibile per far passare un messaggio di facciata che dietro non ha che il nulla”.
I rappresentanti del Pd locale parlano di incapacità a produrre iniziative sul territorio, un prolungato fermo amministrativo, i cantieri fermi con i fondi disponibili, la perdita di “potere contrattuale” nei
confronti della Regione Abruzzo, nessuna iniziativa concreta per la difesa dei livelli occupazionali e degli investimenti, la vistosa litigiosità interna tra le forze politiche di maggioranza ed una leadership debole, le bugie infondate e ripetute sulla presunta “voragine” di debiti, la scarsa disponibilità alla trasparenza e al dialogo con i cittadini. Per turismo e cultura, infine, nessun progetto.
“Insomma tutto drammaticamente fermo. Una cocente delusione per chi pensava che un cartello elettorale potesse garantire un governo efficiente. Noi lo sapevamo. Vincere è una cosa, amministrare un’altra. È di qualche giorno una lettera inviata alle municipalità nella quale si chiede di provvedere alla pulizia delle strade con l’impegno di un contributo in denaro da parte dell’amministrazione provinciale. Un atto inammissibile che denuncia la scarsa propensione all’assunzione di responsabilità da parte di una Provincia che delega con una procedura
tra l’altro illegittima, le sue competenze ordinarie ma si preoccupa di nominare un direttore generale con un compenso di 120mila euro annui. E le strade giacciono in totale abbandono, come tutto il resto. Occorre grande senso di responsabilità per riprendere la strada dello sviluppo e della crescita. Da parte nostra continueremo ad esercitare un lavoro quotidiano con una opposizione responsabile formulando proposte, ascoltando le istanze del territorio e dei cittadini e non facendo mai mancare la nostra vicinanza. Anche dai banchi dell’opposizione si può e si deve lavorare per il bene della Provincia di Chieti e noi non ci stancheremo di impegnarci per questo”.
I gruppi consiliari alla provincia di Chieti, Pd, IdV, Sinistra – Ecologia – Libertà e Prc, inoltre, hanno presentato il 7 giugno scorso, un’istanza formale al presidente della provincia Enrico Di Giuseppantonio, e del consiglio Enrico Rispoli, per l’istituzione di una commissione di studio che verifichi natura e contenuti di tutti i dati contabili e di bilancio nel periodo temporale che va dall’1 luglio 1999 al 30 giugno 2009. In questo periodo si sono succedute le amministrazioni presiedute da Mauro Febbo e Tommaso Coletti.
“Con questa decisa iniziativa” scrivono in una nota “speriamo accolta e condivisa dalla maggioranza di centro destra, intendiamo porre fine all’infinità polemica sullo stato di bilancio complessivo dell’ente perché siamo i primi a volere avere chiarezza e contezza di quanto è successo in un periodo di 10 anni di amministrazione dove si sono movimentate diverse centinaia di milioni di euro in investimenti da parte di due amministrazioni, presiedute da Febbo e Coletti, ove, al di là della naturale dialettica politica tra le parti, molto si è realizzato sul territorio provinciale. Inoltre, ed è l’aspetto più significativo che perseguiamo, vogliamo si ponga fine, da parte dell’attuale centro destra al governo della provincia a guida Di Giuseppantonio, alla volgare campagna vittimistica e diffamatoria che va avanti da un anno, circa la presunta voragine di debiti da noi lasciata loro in eredità, posta a continua ed affannosa giustificazione sul nulla realizzato e concretizzato sinora. La determinazione e la chiarezza del lavoro della commissione farà giustizia di ogni strumentale fandonia ancora si persegue da parte di tutti e noi, responsabilmente, vogliamo che ciò accada perché finalmente si torni a parlare e lavorare alla soluzione dei problemi che attanagliano i cittadini amministrati stanchi e logori nel sentire solo ed esclusivamente chiacchiere infinite”.
Il gruppo consiliare del Pd, inoltre, nella persona del consigliere Angelo Radica, accusa l’amministrazione provinciale di “accollare il debito alle future amministrazioni e ingessare la capacità di spesa”.
Con la delibera n. 198, infatti, la Provincia di Chieti ha approvato la rinegoziazione dei Buoni Ordinari Provinciali emessi negli anni 2003 e 2004 per un totale di oltre 71milioni di euro. La rinegoziazione consiste nell’allungare la scadenza di cinque anni (dal 2023 al 2028 e dal 2004 al 2029).
“Tale iniziativa” spiega Radica in una nota “è stata motivata con la necessità di perseguire una scadenza finanziaria che miri al rafforzamento della solidità de proprio bilancio da realizzarsi attraverso politiche finalizzate al contenimento degli oneri di rimborso dell’indebitamento in essere e alla riduzione del profilo di rischio dell’indebitamento medesimo”.
Questo, però, secondo il consigliere, comporta delle conseguenze. “E’ vero che si liberano” circa 1.4 milioni di euro all’anno di risorse vincolate, ma chi ci garantisce che queste spese vengono utilizzate per spese d’investimento e non per spese di gestione? Io penso che molte risorse verranno utilizzate per la spesa corrente vanificando lo sforzo di risparmio che ci viene chiesto da più parti. Allungando poi il debito si ingessa ancora di più la capacità di accedere agli investimenti e si rinvia l’onere su chi verrà dopo. Infine, si rimane ancora ostaggio delle banche che tanti danni hanno fatto alle pubbliche amministrazioni stimolandole ad accedere al mondo dei cosiddetti derivati. Io ho votato contro questa delibera perché la ritengo pericolosa, dannosa e negativa per la Provincia, mentre è vantaggiosa per le banche che guadagneranno ancora sul prolungamento della scadenza e con le spese per il perfezionamento dell’operazione”.