Civitella del Tronto. Il bando per la vendita di Palazzo Portici, a Civitella del Tronto, prima compare poi dopo appena un giorno “scompare”, annullato per autotutela dell’amministrazione comunale.
“La vendita di Palazzo Portici”, sottolinea il Pd, “rappresenta un evento unico nella storia dell’alienazione del patrimonio pubblico per il Comune di Civitella del Tronto.
L’Amministrazione Comunale non ha dato una motivazione circa la scelta di vendere questo bene di prestigio, tanto meno viene chiarito il perchè si sia scelto quest’immobile in particolare, quando vi sono altri stabili all’interno del Centro Storico che forse, per le loro condizioni, meriterebbero priorità in una eventuale vendita, ad esempio l’ex Mini Hotel”.
La questione, per i Dem, investe la questione del risanamento del bilancio, che andrebbe affrontata nell’eliminazione delle spese pazze e nell revisione delle indennità di carica.
“Non si capisce perché la vendita degli immobili non sia stata trattata in una opportuna Commissione Consigliare”, si legge ancora, ” non si capisce inoltre la frettolosa corsa a formulare atti burocratici per la vendita. Poteva essere fatta una valutazione su destinazioni d’uso vincolanti per gli eventuali acquirenti degli gli immobili, soprattutto per quelli ubicati nel centro storico.
Il mancato coinvolgimento delle forze di minoranza in consiglio comunale, (in realtà
maggioranza in termini di consensi e rappresentanza sul territorio) circa la vendita degli immobili
comunali ha prodotto un pasticcio terribile, non sono state fatte per questi beni, valutazioni di
sorta sulle loro potenzialità, vocazioni e quant’altro. È stato stilato un semplice elenco dove risultano alienabili alcuni immobili di interesse storico, strategico e culturale, vedi il Palazzo Portici o l’ex Scuola Elementare di Rocche, il primo ha ospitato per tanti anni la biblioteca comunale ed il secondo il centro disabili ora chiuso per inerzia dell’amministrazione comunale; mentre resterebbero di proprietà comunale una serie di immobili dismessi nella loro destinazione originaria e meritevoli di considerazione di una eventuale alienazione.
Il prezzo di vendita pari ad 169.800 euro non riesce a coprire le somme spese per le opere di ristrutturazione fatte fino ad oggi. Questo dimostra la scarsa attenzione per il patrimonio pubblico e la qualità di chi ci amministra.
I beni comunali di particolare interesse storico-culturale andrebbero tutelati per evitare di essere sminuiti, privando il territorio di importanti testimonianze storiche.
Un’amministrazione attenta, con una sana politica di sviluppo, si doterebbe di un buon regolamento di indirizzo per gli atti di disposizione del Patrimonio Comunale, da far approvare dal Consiglio Comunale”.