Secondo gli esponenti di Rifondazione, il ricorso al tirocinio formativo rischia di diventare la nuova frontiera del lavoro nero e del sottosalariato in Provincia di Pescara, anche se c’è il fondato timore che il fenomeno possa essere più esteso. “ In troppi casi” hanno detto oggi in conferenza stampa Acerbo e Di Sante, “ la formazione di fatto non viene impartita ed è vanificata la natura formativa del tirocinio. Si consente alle aziende un utilizzo improprio dei tirocinanti nello svolgimento di attività ordinarie e la sostituzione di personale compensando così le carenze di organico. Il risultato è che le imprese utilizzano manodopera sottopagata (300 euro al mese, 3 euro l’ora, ndr) e senza contributi previdenziali, invece di assumere nuovo personale”. Sulla questione, i due esponenti di Rifondazione portano un esempio calzante: una struttura della grande distribuzione (Auchan) utilizza 20 tirocinanti per sei mesi, con il seguente progetto formativo: “Le nozioni per l’utilizzo di tecnologie per la registrazione delle merci in uscita e per la riscossione dei pagamenti; le nozioni per l’utilizzo di tecnologie relativamente complesse (POS, scanner per la lettura dei codici a barre). Le nozioni per il controllo della corrispondenza tra gli incassi registrati e quelli effettivamente acquisiti. Le nozioni per l’assistenza alla clientela per la verifica dei prezzi, il cambio di denaro e le comunicazioni con altri responsabili e addetti”. Solo nella provincia di Pescara si fanno più di 1.000 tirocini l’anno (pare che soltanto l’1% si trasformi in assunzioni). Facciamo presente che vi sono tirocini addirittura finanziati dalla Provincia di Pescara (e quindi per le imprese a costo zero). La Provincia di Pescara ha speso € 596.490,00 e promosso l’attivazione di 193 tirocini nel 2007/2008. Su 193 si sono concretizzati soltanto 13 contratti a tempo indeterminato. “ In poche parole” incalza Acerbo, “ queste persone fanno le cassiere, per sei mesi, con paghe cinesi, ed è un vero e proprio sfruttamento istituzionalizzato”. Sulla questione dei tirocini formativi, Rifondazione chiede agli enti di approntare normative più rigorose, in modo da evitare questa pratica. Nel frattempo, oltre a presentare un’interrogazione all’assessore regionale Paolo Gatti, sarà chiesto un incontro al presidente della giunta provinciale Guerino Testa e la richiesta alle organizzazioni sindacali di aprire una vertenza sui tirocini formativi.
La posizione della Provincia di Pescara. “Ringrazio il consigliere Acerbo – dichiara l’assessore provinciale al lavoro, Antonio Martorella – perché mi dà l’opportunità insperata di illustrare le iniziative già promosse, in pochi mesi, su questa tematica”. La Provincia di Pescara ad aprile ha cambiato il proprio sistema informativo lavoro, anche per disporre di dati dettagliati ed attendibili sull’impatto delle politiche del lavoro e poter monitorare l’efficacia formativa ed occupazionale degli interventi, tirocini compresi. L’analisi che sarà disponibile a breve consentirà in futuro ed in tempo reale di monitorare ogni andamento del mercato del lavoro e di verificare eventuali distorsioni o comportamenti da correggere. L’Ente non autorizza più da mesi tirocini formativi in aziende o studi professionali con zero dipendenti, convinta che solo una struttura produttiva o uno studio professionale con almeno un dipendente possano garantire al giovane un adeguato tutoraggio come prevede la normativa nazionale. La Provincia ha inoltre arricchito i tirocini formativi promossi dai propri centri per l’impiego di otto ore di formazione gratuita rivolta ai giovani sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, unica Provincia in Abruzzo, e tra le poche in Italia, ed ha già comunicato alle parti sociali in una seduta della commissione tripartita nel mese di febbraio la concreta intenzione di costruire un sistema premiale rivolto alle aziende che fanno buon uso dei tirocini. “I dati in nostro possesso, al contrario di quelli elencati da Acerbo – aggiunge Martorella – non ci lasciano certamente contenti, stimolandoci a fare meglio, ma non sono quelli catastrofici snocciolati dal consigliere regionale. Ribadisco che non esiste un caso Abruzzo, né della Provincia di Pescara relativo ai tirocini. Come tutte le questioni importanti vorremmo inoltre avviare una concertazione con le parti sociali attraverso l’organo della commissione tripartita. Spiace infine sottolineare che la vicenda è annosa e che ha interessato le precedenti amministrazioni provinciale e regionale dove Rifondazione era maggioranza di governo, senza riuscire, nonostante il tempo a disposizione, ad attuare iniziative utili a riguardo”, ha concluso Martorella.