Chieti. Non senza un pizzico di stupore, apprendiamo dal Consigliere Regionale FI Mauro Febbo che dopo l’epilogo della Conferenza di Servizi del MiSE su Ombrina Mare “non ci sono più motivi logici per portare avanti il progetto del Parco”, e che, da allora Assessore Regionale, “aveva già nel 2012 chiuso la perimetrazione del Parco”. Apprendiamo favorevolmente che il consigliere Febbo, che si è spesso dichiarato contrario all’istituzione dell’area protetta, affermi di essere arrivato a un passo dall’obiettivo, che (se – a sua detta -non fosse stato “affossato dagli stessi dirigenti” del PD oggi al governo della Regione) “avrebbe potuto allontanare definitivamente l’insediamento di Ombrina Mare”.
Anche il consigliere Febbo, dunque, finalmente riconosce la validità delle posizioni di chi, come noi, prefigura da tempo un modello di sviluppo realmente sostenibile per il nostro territorio. Di certo c’è che, dopo 15 anni si arriva alla definizione della perimetrazione del Parco nazionale della CostaTeatina fatta dal commissario Pino De Dominicis, e che la Presidenza del Consiglio “dovrebbe” emanare il previsto decreto istitutivo. Conseguentemente, sui contenuti qualificanti e caratterizzanti l’area protetta (piano, norme, regolamenti ecc.) una volta istituita, come da specifica Risoluzione approvata dal Consiglio Regionale il 15 aprile scorso, va ricercata è trovata la massima intesa con i territori e le comunità, anche attraverso la costituzione di un tavolo di lavoro con tutti gli enti coinvolti. Questa, per noi, è una parte dell’impronta di sostenibilità con cui vogliamo caratterizzare lo sviluppo della nostra Regione: uno sviluppo fatto non solo di rispetto dell’ambiente e di pedissequa preservazione dello “statu quo”, ma di promozione e valorizzazione delle tantissime risorse naturali abruzzesi. Uno sviluppo in cui le attività umane e l’uso del territorio a fini produttivi siano in perfetta simbiosi con il territorio che le ospita, sia esso naturale che antropizzato. Uno sviluppo che, per essere chiari, stride con l’idea di costruire un cementificio sopra Punta Penna o utilizzare 14 ettari di territorio per un complesso edilizio da 400 posti letto e 300 posti barca a ridosso del SIC “Fosso delle Farfalle”.
Se taluni prefigurano una simile idea di sviluppo per l’Abruzzo, che ovviamente non coincide con la nostra, sarebbe cosa buona e utile che lo dicessero chiaramente, senza nascondersi dietro demagogiche argomentazioni e articolate dietrologie, nella spasmodica ricerca di capri espiatori ad ogni costo, evidenziando una latente malcelata ipocrisia ed una confusione intellettuale di fondo.Resta l’amaro in bocca, quello derivante dalla conferma del fatto che se il Parco Nazionale della Costa Teatina fosse realtà (almeno da qualche mese) oggi non staremmo parlando più del progetto “Ombrina Mare”; a Parco istituito, infatti, con una semplice delibera la Regione sarebbe stata in grado di mettere una pietra tombale su “Ombrina”.