Pescara. Tanti i dubbi che continuano a gravitare intorno al discusso elettrodotto che da Tivat, in Montenegro, passerebbe per Pescara, o meglio Villanova. Una serie di quesiti esposti oggi nel Consiglio Comunale tenutosi appositamente per discutere del progetto. Un dibattito inaspettato al quale per la prima volta dopo mesi hanno finalmente parlato “i progettisti”, la Terna, società incaricata di realizzare i lavori ha appositamente inviato un ingegnere per illustrare quanto sarà fatto.
Il Progetto della Terna
L’ingegner Matawi, responsabile del progetto elettrodotto, ha brevemente disegnato un quadro dell’utilità che si trarrebbe dal cavo, “un elemento essenziale in un periodo come questo, soprattutto per l’Abruzzo, e per l’energia della Regione. 415 km complessivi, che si svilupperanno per 390 km in cavo sottomarino, per 10 km in cavo interrato in Montenegro, e per 15 km in Abruzzo con cavi interrati in corrente continua, da Pescara a Cepagatti. La corrente verrebbe trasportata da Tivat a Pescara, poi verso Villanova per proseguire fino a Gissi, con uscita finale a Foggia. Un investimento da 720 mln di euro da parte di Terna. L’opera consentirebbe di ridurre il deficit elettrico dell’Abruzzo, pari a circa il 25% del suo fabbisogno, di rendere la rete elettrica più sicura ed efficiente con 1.000 MW aggiuntivi in importazione, di ridurre i costi per il sistema elettrico italiano quantificabili in circa 225 milioni di euro/anno e di diversificare le fonti di approvvigionamento, a beneficio delle imprese e dei cittadini”, ha dichiarato Matawi.
Le paure del comitato “Nessuno tocchi il nostro futuro”
Conclusosi l’intervento Terna, ad esporre le incertezze legate al caso è stato il comitato “Nessuno tocchi il Nostro futuro” di Lorenzo Valloreja. Valloreja ha illustrato nello specifico le caratteristiche dell’opera, un pericolo per un territorio regionale intero, un impatto violento per tutto l’Abruzzo. Valloreja ha esposto una serie di quesiti per cui chiede un immediato chiarimento: “Un cavo per cui il governo Prodi aveva predisposto un’uscita diretta in Puglia, poi un cambio, che lo ha portato fino all’Abruzzo. Tivat, Villanova, Gissi e alla fine Foggia, una linea che sarebbe potuta essere unica, ma il cavo piega di 200 km, più altri 75 a riscendere verso sud senza un senso preciso. E da Villanova a Gissi si fa avanti una seconda azienda per la gestione del progetto: Abruzzo Energia, una Spa di proprietà della A2A per l’89%, l’azienda che gestisce la Turbogas di Gissi”. Ciò che Valloreja non si spiega è perché prima il cavo non avesse interconnessioni, ma procedesse in modo diretto. La domanda sorge spontanea: “era necessario far lavorare la A2A?”. Gennaro Strever, presidente di Abruzzo Energia ha addirittura fatto pervenire una smentita su qualsiasi possibile collegamento tra l’impianto di Terna e quello di Gissi. Ma Valloreja e tutti gli esponenti del comitato, continuano a chiedersi se “Potrebbe Abruzzo Energia spa aver ottenuto informazione preventive sul piano industriale di una società quotata in borsa? Visto che questo è un reato, plaudiamo alla lungimiranza della società che ha presentato un progetto di un elettrodotto di 75 km senza la certezza che questo possa servire realmente”. Valloreja ha concluso il proprio intervento con un ulteriore quesito: ”In un periodo di calo energetico pari al 6,6 % come può la nostra Regione avere una richiesta energetica maggiore della Lombardia?”. Dietro l’angolo si celerebbe una rete energetica che non ha solo corrente bensì produrrebbe energia nucleare.
In sintesi
Un consiglio andato avanti poi, con i vari interventi di maggioranza ed opposizione, tante ancora le questioni da chiarire , ma alla fine in chiusura i responsabili di Terna hanno riepilogato con una categorica smentita inerente le voci circa l’individuazione di siti tesi a ospitare centrali nucleari: “tali siti non sono previsti nel progetto che nasce da lontano”.
Monica Coletti