Secondo Rifondazione Comunista, l’ex carcere sarebbe stato inserito nel piano triennale dei lavori pubblici del Comune di Vasto. Nel 2008, infatti, durante la sua presentazione, l’assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Sputare, intervenne rassicurando che la struttura di via Aimone sarebbe stata ristrutturata rispettando quanto voluto dal contratto con la Provincia di Chieti. “Ma” ricorda il movimento “i lavori non sono mai avvenuti, anche se, da alcuni studi condotti da esperti, sembra che siano sufficienti circa 50mila euro per ristrutturare l’edificio”.
I lavori interesserebbero l’abbattimento di barriere architettoniche, ristruttrazioni in generale, messa in sicurezza dell’immobile, rifacimento degli impinati idraulici e elettrici, pulizie e disinfestazioni varie.
Rifondazione sostiene che, in questi anni, molti sono stati i progetti presentati al Comune. Tra questi, uno redatto nel 2007 dei Giovani Comunisti di Vasto, che conteneva modi, tempi, costi e future attività sociali da proporre all’interno dell’ex carcere dopo la sua ristrutturazione.
“Questo progetto, però” lamenta il gruppo, “non fu mai preso in considerazione”.
Il problema sorge all’indomani delle recenti dichiarazioni di Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti, che, intervenendo sulla questione dell’abbandono dell’ex carcere di via Aimone, avrebbe affermato: “Se il contratto di quartiere non dovesse decollare in tempi ragionevoli, occorrerebbe ripensare anche all’accordo che abbiamo chiuso con il Comune. Lo stabile allora potrebbe a questo punto servire a collocare in maniera più dignitosa gli uffici provinciali di Vasto ed offrire, come Provincia, spazi culturali ed aggregativi alla città. Ci preme poter cancellare l’attuale degrado e dare un senso all’immobile che non può restare un monumento all’incuria”.
Da qui la preoccupazione del circolo di Vasto di Rifondazione Comunista, che si rivolge al Comune perché non si lasci scappare questa opportunità.”Se si farà “scippare” dalle mani l’ex carcere di Via Aimone” tuona, infatti, in merito, “vuol dire che lo stesso Comune nutre poca passione nei confronti delle svolte cittadine. Non ci fermeremo quando sentiremo promesse, lo spazio ora lo pretendiamo”.