Chieti. Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle di Chieti aveva sollevato una polemica sui bilanci elettorali in vista delle prossime elezioni amministrative che si svolgeranno nel capoluogo teatino.
Tra i principali ‘bersagli’ della polemica c’era il candidato del centrosinistra, Luigi Febo, che ha replicato così: “Dopo i continui attacchi alla mia persona, si dimostra la loro mancanza di idee per la città. Se dicono che tutto è lecito, non vedo dove sia il problema. Noi vogliamo continuare ad operare per la città e non dare false notizie. Chi si candida a sindaco deve avere le idee chiare, hanno presentato un bilancio preventivo di 4.900 euro, ma non si capisce se si riferisce alla lista o al candidato sindaco. La Legge 81 del 93 dice che si deve presentare il preventivo sia per la lista che per il candidato sindaco. Il preventivo deve essere credibile e ci deve essere la distinzione tra il preventivo del candidato sindaco e della lista e poi non è possibile che riescano a fare la campagna elettorale con questa somma. Poi non ci sono le sanzioni, la campagna elettorale deve essere fatta in maniera trasparente. Per quanti riguarda invece il mio incarico professionale, lo hanno detto anche loro, è tutto legittimo. È tutto nel pieno rispetto della Legge, non lo dico solo io ma lo dicono anche loro. Se mi fanno richiesta gli posso far avere l’elenco di tutti i miei impieghi professionali, lavoro anche per altri Comuni. Al momento non è chiaro che cosa propongono e che cosa vogliono fare per la loro città, quindi dovrebbero pensare a fare una campagna elettorale più concreta e credibile. Se loro vogliono un confronto io sono disponibile in qualsiasi momento”.
“Questi mezzucci – conclude Febo – sono il sintomo di una debolezza politica e anche di una mancanza di idee. La Legge dice che dobbiamo essere trasparenti. Se loro fanno un preventivo di 4.900 euro, c’è qualcosa che non torna perché con quella cifra non si riesce a fare una campagna elettorale. Nel preventivo vanno messi anche i servizi gratuiti. Se loro sostengono la trasparenza, la devono dimostrare dall’inizio”.
Francesco Rapino