Chieti. “Il centrosinistra butta giù la maschera: ora è chiaro a tutti!”. Lo dichiara in una nota il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio.
“D’Alfonso è il lupo famelico pronto a divorare la nostra città – conclude il sindaco di Chieti – e tenta di farlo camuffandosi da agnello-Febo. Sappiano i sinistri di turno che difenderemo la nostra comunità da loro e dai traditori che a loro si sono venduti e che fingono di difendere Chieti ma in mente hanno solo interessi personali. Se non arriveranno motivi ufficiali tesi a smentire questo scellerato proposito mi farò promotore di azioni eclatanti: #giùlemanidaChietiedalsuoOspedale”.
Così il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo: “Appare sempre più chiaro il disegno del Presidente D’Alfonso che prosegue nella sua strategia megalomane di controllare in prima persona il destino della Sanità e dell’Abruzzo in generale. Tra l’altro non si capisce quale sia, nelle fantasie di D’Alfonso, il nome di questa nuova Azienda (Chieti – Pescara o viceversa) ma si può facilmente intuire – prosegue Febbo che poi spiega: “Dopo aver messo sulla poltrona di Sindaco di Pescara un suo “burattino” , il prossimo obiettivo è piazzare un’altra pedina anche a Chieti (vedi candidato del centrosinistra) in modo da poter aver il pieno controllo sui destini di entrambi i Capoluoghi e di dare sfogo alla sua megalomania, sostenuta da quella imprenditoria che del territorio e della propria terra se ne infischia. E così – ironizza Febbo – metaforicamente il Presidente della Regione mostra la sua grande capacità di vestire i panni sia di Pinocchio sia di Mangiafuoco. Tutto rientra naturalmente in quella strategia che aveva annunciato già nei mesi scorsi e prevede la costruzione del mega ospedale nella fantomatica “Striscia di Gaza” che non è in Palestina ma a San Giovanni Teatino (Sambuceto). Questo determinerebbe chiaramente una pesante penalizzazione ai danni dell’Ospedale di Chieti che è Clinicizzato e di conseguenza dell’Università D’Annunzio che di fatto sarebbe “trascinata” verso Pescara. Per fagocitare l’Ospedale e l’Ateneo di Chieti, D’Alfonso sta pensando ad un’Asl unica e per farlo deve far fuori in primis i due Manager, Zavattaro e D’Amario, che sarebbero solo un ostacolo al suo disegno. Il primo, dimissionario, è entrato in rotta di collisione con il Presidente della Regione accusato dallo stesso Zavattaro di eccessiva ingerenza; il secondo ha denunciato la paradossale situazione del reparto di Oncologia che da un anno è ancora senza primario a causa della mancata autorizzazione da parte della Regione. Artefice, consulente e deus ex machina di questa operazione nientemeno che Paolo Menduni, 75 anni (sic!), che addirittura sarebbe investito della carica di Commissario della nascente Asl e a lui affidato il compito di tracciare il nuovo percorso strategico. Ma con Menduni ci sarebbe un vero e proprio ritorno al passato visto che stiamo parlando di un personaggio che è figlio della Prima Repubblica (eufemismo, sic!!!) e a Chieti e in Abruzzo è molto conosciuto grazie ai suoi incarichi nelle Asl e come consulente delle cliniche private, tra il ‘90 e i primi anni del 2000, fino ad arrivare a Del Turco. Per questo può essere indicato sicuramente tra gli artefici della pessima gestione della Sanità abruzzese che ha determinato il Commissariamento e soprattutto quel pesantissimo debito di 4 miliardi di euro che faticosamente siamo riusciti in gran parte a ripianare chiedendo sacrifici agli abruzzesi. Ma davvero D’Alfonso pensa di “riformare” la Sanità affidandosi a certi personaggi?”.