In realtà le anatre e le oche che abitavano il lago sono morte più di sei mesi fa a causa del botulino, un pericolosissimo batterio sviluppatosi a causa delle acque putride.
I consiglieri chiedono all’amministrazione comunale le motivazioni per le quali non sia stato ancora portato all’approvazione del consiglio comunale il piano di assetto naturalistico deliberato il 5 giugno 2009, piano elaborato dal dott. Giovanni Damiani, in cui non solo era previsto quanto si è verificato ma erano inoltre elencati tutti gli interventi necessari per risanare il laghetto.
“La mia non vuole essere una critica all’operato del centro destra”, ha aggiunto Acerbo, “ma semplicemente voglio spronare a prendere provvedimenti prima che la situazione peggiori”.
Con l’avvicinarsi della bella stagione e il conseguente aumento delle temperature, infatti, la qualità già scadente delle acque potrà solo peggiorare.
La Risposta dell’assessore Nicola Ricotta. “Completamento del Piano di assetto naturalistico della Riserva dannunziana, recupero di un finanziamento pari a 128mila euro, fondi regionali, tesi alla riqualificazione della pineta che il passato governo di centro-sinistra ha rischiato di perdere, e opere straordinarie di risanamento già previste e inserite nel bilancio di previsione. Sono questi gli interventi che in otto mesi la nuova amministrazione comunale di centro-destra ha predisposto per il recupero del Parco dannunziano, dopo sei anni di abbandono da parte del vecchio governo di centro-sinistra, di cui Rifondazione Comunista era parte attiva, sei anni di degrado esplosi la scorsa estate, pochi giorni dopo l’insediamento della nuova giunta, con la morte di alcune oche selvatiche per avvelenamento da botulino. Sei anni preziosi persi in cui Rifondazione comunista non ha mai alzato la sua voce in difesa di quel polmone verde”. Lo ha ricordato l’assessore ai Parchi del Comune di Pescara Nicola Ricotta in replica all’odierna conferenza stampa di Rifondazione comunista sulle condizioni del Parco D’Avalos.
“La situazione del Parco è sotto stretto controllo da parte della nuova amministrazione comunale – ha ribadito l’assessore Ricotta -, la Riserva rappresenta una sorta di ‘sorvegliato speciale’ per il quale abbiamo predisposto una serie di interventi di sostanza. Innanzitutto abbiamo affidato ai nostri uffici interni, attingendo direttamente alle elevate e qualificate professionalità individuate nell’Ente, il compito di completare il Piano di assetto naturalistico che in sei anni la passata amministrazione non è riuscita a varare e, come Rifondazione comunista ben sa, quel Piano è fondamentale e propedeutico per decidere qualunque tipo di intervento e di azione di riorganizzazione dell’intera Pineta che è una riserva naturale e, in quanto tale, risponde a leggi speciali e non può essere sottoposta a interventi superficiali come qualunque altro parco cittadino. Il ricorso alle professionalità interne ci consentirà sicuramente di accelerare le procedure e il lavoro. Nell’attesa – ha ancora ricordato l’assessore Ricotta – la nuova amministrazione comunale ha già adottato misure d’emergenza per affrontare la crisi che si era generata appena lo scorso luglio, una settimana dopo l’insediamento della nuova giunta, con la morte di alcuni esemplari di oche selvatiche ospitate nel comparto con il laghetto per avvelenamento da botulino. Le misure adottate sono state rapide e risolutive: in sostanza abbiamo effettuato una prima bonifica delle acque e soprattutto abbiamo ricreato il circolo dell’ossigenazione dell’acqua, eliminando le ostruzioni che per sei anni hanno impedito il ricambio dell’acqua, riattivando tutti i bocchettoni realizzati attorno al laghetto. E infatti lo stesso specchio d’acqua è tornato a ripopolarsi in maniera naturale e oggi ospita di nuovo dei piccoli cuccioli di volatili che vivono sull’isolotto del lago. Infine – ha ancora detto l’assessore Ricotta – appena qualche settimana fa abbiamo salvato un finanziamento pari a 128mila euro che la passata amministrazione comunale di centro-sinistra aveva lasciato in giacenza presso le casse regionali rischiando di veder sfumare quel contributo prezioso, senza considerare quel progetto di riorganizzazione interna del parco che già abbiamo preparato e inserito nel Piano triennale delle Opere pubbliche. Fa piacere constatare che finalmente anche Rifondazione comunista si sia all’improvviso accorta di quel prezioso giacimento naturale che Pescara ha sul proprio territorio, ossia la Riserva dannunziana, peccato però che negli ultimi sei anni non abbia mosso un dito, né abbia sollevato una voce per avviare la riqualificazione di quel complesso che abbiamo trovato in una situazione di completo degrado e abbandono. Sarà ora la nuova amministrazione comunale a restituire decoro e dignità all’area, non preoccupandosi solo di recintare i cinque lotti del parco, ossia di creare la confezione esterna, ma piuttosto puntando al recupero del giacimento stesso, dell’immenso patrimonio verde, per renderlo di nuovo punto di ritrovo per le famiglie e luogo di attrattiva turistica”.