Pescara. “Dopo Mascia pensavo non ci fosse fine al peggio, e invece lo stiamo vivendo”: così il presidente della Confcommercio di Pescara attacca duramente l’operato dell’ amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Alessandrini.
La polemica e’ stata lanciata oggi dal presidente Ezio Ardizzi nel corso di un incontro pubblico promosso per annunciare i progetti dell’associazione di categoria in un momento di crisi come quello attuale. Parlando alla platea alla presenza del direttore nazionale Romolo Guasco, Ardizzi ha detto che in passato pensava che “non ci fosse fine al peggio, dopo la giunta comunale guidata da Luigi Albore Mascia. E invece stiamo vivendo il peggio. Domani – ha spiegato – si terra’ una riunione della Giunta, si parlera’ della crisi che sta attraversando in particolare il commercio nel centro cittadino e sara’ stilato un documento durissimo per dire all’amministrazione e al sindaco che o cambia marcia oppure faremo la rivoluzione. Non so cosa faremo – ha detto ancora Ardizzi – se riconsegneremo le licenze o le schede elettorali ma qualcosa faremo. Basta con lettere personali che in passato ho inviato al sindaco Alessandrini”.
E, seppur vorrebbe “rispondere a tono”, risponde “evitando la zuffa” ad Ardizzi il capogruppo Pd in consiglio comunale, Marco Presutti: “Malgrado abbiamo ereditato la peggiore situazione finanziaria vissuta nella Repubblica dal Comune di Pescara”, afferma il consigliere Democratico, “noi siamo determinati a superare queste cause di crisi, a partire dall’ultima, in condivisione con tutti i soggetti presenti su tali tematiche: ma abbiamo bisogno di interlocutori realmente disponibili al confronto e all’innovazione, non di persone che ogni cinque minuti si fanno vincere dalla tentazione di rovesciare il tavolo per vedere l’effetto che fa”.
“L’Amministrazione Alessandrini persegue l’obiettivo di rilanciare le funzioni relazionali della città”, prosegue Presutti, “a partire dal commercio, che negli ultimi anni hanno subito un progressivo indebolimento anche per via di scelte sbagliate effettuate negli anni a livello locale: dalla progressiva riduzione degli spazi per la sosta nelle aree centrali, alla quasi irraggiungibilità di queste ultime determinatasi in particolare tra 2013 e 2014, alla mancata efficace collaborazione tra Amministrazione e associazioni di categoria nell’adozione di strategie finalizzate a recuperare il terreno perduto.