‘Con molta amarezza e rincrescimento personale, dopo un travaglio sofferto e doloroso comunico la mia uscita dal Partito Democratico.’Lo comunica Enio Mastrangioli, ex capogruppo Pd alla Provincia dell’Aquila che ha restituito la tessera del partito 2014 al segretario nazionale.
‘Non mi sarei mai aspettato di dover fare una scelta simile dopo una vita dedicata all’impegno politico e di Partito, con passione, dedizione e disinteresse come da tanti riconosciuto; ma ci sono dei limiti – si legge nella nota – oltre i quali non è possibile andare, pena il soffocamento della propria dignità e il divenire passivamente complice di prassi, metodi, scelte e comportamenti inaccettabili.
Sono note a tutti le mie perplessità circa un modo di concepire e gestire il PD in questi ultimi anni, in particolare l’eccessiva cristallizzazione in correnti e aree di pensiero, aventi caratteristiche più di spazi di potere che laboratori di idee. Spazi utili, spesso, a garantire facili posizioni di potere e rappresentanza, nel Partito e negli Enti, al di fuori dei quali non c’è spazio per le persone che intendono mantenere una propria autonomia di pensiero e di critica.
A queste perplessità si aggiungono le forti contrarietà espresse in occasione della composizione delle liste e delle alleanze alle ultime elezioni regionali, la non condivisione del provvedimento di Giunta Regionale di esclusione della quasi totalità del territorio peligno e sangrino dalle aree degli aiuti europei, fino all’ultima vicenda della soppressione del Punto Nascita di Sulmona’, prosegue Mastrangioli.
‘Nonostante tutto ho continuato ad avere speranza in un possibile cambiamento di metodi e prassi, raccogliendo l’invito dei molti amici a non abbandonare, a non interrompere un cammino iniziato circa 45 anni fa e mai interrotto per voltagabbanismo o interessi personali con 13 anni di Sindaco di Raiano, devolvendo per circa otto anni il cinquanta per cento della propria modesta indennità mensile ad un Fondo Sociale Comunale.
Purtroppo le modalità seguite per affrontare le elezioni provinciali di secondo livello, previste per gli inizi di maggio, hanno pienamente confermato ed aggravato le ragioni di un malessere personale, che poi non riguarda solo il sottoscritto – insiste l’ex segretario.
‘Veniamo a conoscere negli ultimi giorni, infatti, che da mesi è andato avanti un ragionamento tra tre o quattro persone circa l’indicazione di un candidato alla carica di Presidente della Provincia, fino al raggiungimento di un accordo alcuni giorni fa tra i Sindaci delle tre città maggiori di L’Aquila, Avezzano e Sulmona, con un ruolo di raccordo svolto da Giovanni Lolli.
Oltretutto con una iniziativa, per quanto riferito, partita dalle Valle Peligna e specificatamente dal Sindaco di Sulmona.
Il tutto senza che gli organi provinciali e zonali del Partito fossero stati interessati da una discussione preliminare libera, trasparente e alla luce del sole, utile ad inquadrare le problematiche, a stabilire gli obiettivi, a valutare criteri e procedure democratiche per la scelta anche degli uomini o donne al quale affidare ruoli di responsabilità’, afferma ancora Mastrangioli.
‘Nel corso di questi mesi, oltretutto, nessuno ha sentito il dovere di coinvolgere, ascoltare, i componenti dei gruppi consiliare uscenti del Partito Democratico, sia per avere da loro un quadro dello stato dell’arte e delle problematiche in essere e di prospettiva in Provincia, sia per verificare l’eventuale disponibilità di singoli Consiglieri a candidarsi alla carica di Consiglieri Provinciali o di Presidente come la Legge Del Rio prevede in sede di prima applicazione.
Occasione, comunque, utile sia per rivolgere loro critiche o semplicemente ringraziarli per il lavoro svolto nei cinque anni.
Niente di tutto questo, come a dire non “siete nulla”…. anzi meno di nulla perché non meritate nemmeno un passaggio di pura facciata.
Di fatto degli “utili idioti” che in questi anni sono solo serviti a coprire una responsabilità per conto di altri che sarebbero dovuti rimanere al loro posto perché a tal fine eletti, come Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli, ma che subito dopo le elezioni hanno preferito percorre altre strade, incarichi e ruoli, certamente più interessanti di quello di minoranza all’interno del Consiglio Provinciale’, sostiene l’ex esponente del Pd.
‘Ruolo che è stato svolto da altri con serietà, dedizione, assiduità e competenza, con l’assurdo di ricevere, al termine del mandato, apprezzamenti e riconoscimenti dagli avversari, ammettendo anche da parte loro che forse avrebbero dovuto ascoltarci di più in diverse vicende, mentre si è del tutto ignorati dalla propria parte.
Anche la persona più a digiuno di politica può capire che qui non si tratta di eventuali ambizioni personali di chicchessia, tantomeno del sottoscritto, come alcuni hanno voluto insinuare e altri insinueranno, ma piuttosto e centralmente del rispetto delle persone in quanto tali e della loro dignità, oltre alla legittimità di garantire pari opportunità di partenza per tutti.
Persone che non possono essere considerate utili fino a quando servono e poi essere scaricate o peggio ancora ignorate quando non servono più. Ancor più grave quando ciò avviene per decisione di poche persone e senza mandato degli organismi di Partito. Di un Partito che ha fatto delle Primarie la regola fondamentale democratica per la scelta dei ruoli di maggior rappresentanza’, rivela l’ex capogruppo alla Provincia.
‘La conseguenza è che non si può rimanere in un Partito simile, democratico solo nella sigla, poiché significherebbe accettare passivamente tali metodi; divenire complice di un sistema di democrazia interna, che, in questa provincia, ha ancora i tratti culturali di un approccio tipico di una vecchia e conosciuta nel tempo cultura “stalinista”.
Nel merito, a prescindere dalla soluzione e persona individuata, ci si dice che la proposta e la scelta effettuata è una grande opportunità, un investimento, per la Valle Peligna, un riconoscimento che ci viene dagli aquilani e marsicani, “un grande evento pertanto da apprezzare e da non inficiare con atti di natura diversa”, considerati una minaccia all’unità del Partito e della Valle Peligna.
Tutto vero, ma non esageriamo, non prendiamoci e non prendiamo i cittadini del tutto in giro, perché l’investimento ha una durata di due anni, cioè fino alla scadenza del mandato del Sindaco di Pratola, e nel 2017 né il Comune di Pratola né quello di Sulmona, per quanto previsto dalla Legge Del Rio, potranno concorrere alla carica di Presidenza che tornerà all’aquilano o alla Marsica.
Un investimento, oltretutto, di un Ente in pre-fallimento e non in crescita, per cui vi ringraziamo per questo investimento, ma se volete bene alla Valle Peligna gli investimenti fateli in occasione delle Elezioni Regionali e di quelle Politiche.
Nel frattempo salvate il Punto Nascita di Sulmona, fate rientrare tutto il territorio della Valle Peligna nelle aree beneficiarie degli aiuti europei e sbloccate i Fondi FAS per gli Enti Pubblici’.
Mastrangioli conclude:
‘Con il presente comunicato stampa restituisco al Segretario Nazionale la Tessera PD del 2014’.